Flessibilità, i sindacati dell’azienda di Bastia spaccati: investimenti a rischio, ricomporre l’unità tra le sigle
di LARA PARTENZI
PERUGIA – Cpil e Uil proprio non ci stanno. La miccia accesa nei giorni scorsi dalla Confindustria Perugia sul caso Isa ha fatto esplodere una vera frattura delle sigle sindacali all’ interno dell’azienda. Da una parte, compatte, la Cgil e la Uil, dall’altra quella che definiscono «l’assente» Cisl, che «ormai fa sindacato solo fuori dall’azienda», che si «accontenta di fare poche cose per pochi lavoratori facendo ostruzionismo per un’ora di lavoro flessibile che, tra le altre cose, se non viene recuperata viene pagata al 40%, molto di più del al 10% previsto dall’accordo nazionale sulla flessibilità». “Malumori” di vecchia data che sono venuti alla luce dopo che l’organizzazione degli industriali perugina ha preso una dura posizione nei confronti della Cisl sottolineando che «di fronte a una normalissima richiesta» da parte dell’azienda «di flessibilità dell’orario di lavoro, per rispondere con tempestività alle mutevoli richieste della clientela internazionale», la Cisl ha risposto ricorrendo alle vie legali per «comportamento antisindacale».
Un atteggiamento, questo, ritenuto inammisibile dalla Fillea C&il e dalla Feneal Uil di Perugia, che ieri, affiancate dai rispettivi membri della Rsu dell’azienda di Bastia Umbra, hanno organizzato un incontro per «ristabilire la verità su quello che sta succedendo», come rimarcato dai segretari generali Gianni Fiorucci e Franco Righetti.
I n ballo ci sono i progetti di sviluppo di una delle più grande aziende del territorio, che dà lavoro a 860 persone, più l’indotto. Nei progetti della Isa, che ha presentato un nuova Piano industriale, «anche in quella occasione la C i sl era assente stata totalmente assente», è l’accusa di Cgil e Uil, c’è la costruzione di un nuovo stabilimento di 60mila metri quadrati, più altri 22mila per i magazzini, nella zona di Ospedalicchio, per un investimento di circa 20 milioni di curo. Il percorso per la concessione da parte del Comune è già inizito, l’intenzione è arrivare a concludere i lavori in tre anni. La [sa, dunque, continua ad investire sull’Umbria nonostante le difficoltà, difficoltà a cui riesce a far fronte proprio grazie alla capacità di rispondere tempestivamente alle esigenze del mercato. Grazie alla flessibilità.
Per la Cgil e la U il, quindi, le questioni su cui il sindacato deve impe. gnarsi e da cui attende risposte da parte dell’azienda, sono ben più importanti, e vanno dalla difesa dell’occupazione alle stabilizzazioni, dalla sicurezza sul lavoro alle garanzie sul Piano industriale. Di passi in avanti ne sono stati fatti: in tre anni sono stati trasformati a tempo indeterminato 270 contratti, tanto che si è passati dal 50% all’80% dei lavoratori a tempo indeterminato, e negli ultimi 8 mesi e stata cambiata la qualifica a 70 lavoratori, proprio grazie all’accordo sul contratto integrativo raggiunto nel 2011, accordo non firmato dalla Cisl, che regola anche la flessibilità. L’accordo «è stato sottoposto a referendum con voto segreto ed approvato dalla maggioranza assoluta dei lavoratoti». Cgil e Uil, che invitano a ricompattare i lavoratori, hanno organizzato una manifestazione in piazza del Comune, a Bastia, per venerdì prossimo. Intanto la Cisl, che in risposta alla Confindustria aveva parlalo di «assoluta mancanza di disponibilità al dialogo», ha convocato un incontro proprio per questa mattina per chiarire la propria posizione.
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