Bastia

Insulti razzisti o diatriba sportiva?

Il presidente dellAsd Cannara Alberto Borghi interviene dopo la vicenda accaduta durante un torneo di calcio giovanile durante il quale ci sarebbero stati insulti razzisti


Alberto Borghi *


Il torneo Calcio Giovanile ’90 è una manifestazione internazionale tra le più importanti che si svolgono in Italia per giovani della categoria Esordienti.
Il torneo, alla sua XIX edizione è impeccabilmente organizzato dalla delegazione distrettuale della FIGC di Città di Castello, che con la competenza dei suoi responsabili e strutturata per far fronte ad un impegno così importante.
L’Asd Cannara partecipa ininterrottamente a questa manifestazione, che ha un suo regolamento ben preciso, da oltre 15 anni, talvolta anche con buoni risultati, e ha sempre accettato sportivamente le decisioni degli arbitri delle gare ed i dispositivi emessi dal comitato del torneo.
Per noi le dichiarazioni dell’organizzazione del torneo che esclude categoricamente che alcun episodio di stampo razzistico sia accaduto in campo e fuori sono una certezza non scalfibile da parte di alcuno. Inoltre con lo stile che ci caratterizza da tre anni, senza clamore ne pressioni, attraverso una serena ricostruzione dei fatti compiuta e ascoltando le persone presenti sul campo, la convinzione, che come società nutriamo conoscendo la statura morale del nostro tecnico e dei ragazzi in campo, dell’assenza di insulti razzistici, ci è stata ampiamente confermata. C’e infine una dichiarazione dell’allenatore del Bastia sig. Ercolani che era in campo con i suoi allievi, da cui si evince che nessun insulto indirizzato al ragazzo è stato da lui sentito direttamente. Quindi nè arbitro, ne tecnico del Bastia, presenti nel campo di gioco a dimensioni ridotte, addirittura condividendo la stessa panchina, hanno sentite direttamente quegli insulti.
Sgombrato il campo dall’interrogativo iniziale e sperando che le questioni in merito non abbiano strascichi che al momento non possiamo escludere, vorremmo anche fornire, da uomini di sport, un piccolo contributo educativo. Il risultato sportivo che si consegue sul campo è valido soltanto se ottenuto nel rispetto delle regole vigenti, questo è l’insegnamento che dobbiamo trasmettere ai ragazzi.
Non promuovere attivamente questo principio è diseducare i ragazzi al rispetto delle regole e degli organi preposti alla loro vigilanza, anzi è abituarli alle furberie. Per questo abbiamo deciso di inoltrare ricorso al termine della gara, che, applicando le regole scritte e condivise, il comitato organizzatore ha accolto. Risposto, per quanto ci compete, anche sulla diatriba sportiva, non possiamo non guardarci indietro e riflettere sul perchè si e montata gratuitamente un’accusa di razzismo su un confronto sportivo. Come Asd Cannara assistiamo da alcuni anni ad una migrazione volontaria e continua di alcuni ragazzi che ogni anno scelgono il nostro settore giovanile, forse maggiormente rispondente alle loro aspettative. Noi li accogliamo, come è giusto che sia, e, nello specifico, il fatto che in Eccellenza da noi, militano ed hanno militato, molti ragazzi di bastia che nel nostro settore giovanile sono cresciuti sino a giocare in prima squadra, puo essere motivo di astio nei nostri confronti. Quindi né il razzismo, né la diatriba sportiva, ma la voglia di screditare l’immagine dell’Asd Cannara è alla base di questa notizia montata artificiosamente. Infine vorremmo dire qualcosa su ciò che resta dopo questa assurda ed evitabilissima polemica. La penna che intinge dalla questione razziale risponde troppo spesso alla facile tentazione di sbattere “il mostro” in prima pagina. Così facendo distrugge convenzioni ed equilibri ormai sempre più precari che tengono insieme la nostra società civile, così non si crede più in alcuna cosa, istituzioni comprese, tantomeno nello sport giovanile e nella sua giustizia. Come Asd Cannara riteniamo che non si faccia un buon servizio alla società in cui viviamo ed in cui devono crescere i nostri ragazzi, raccogliendo sfoghi di parte e pubblicandoli senza alcun riscontro oggettivo con titoli roboanti. E’ ora che la deontologia professionale torni ad essere fattore discriminante nella scelta dei giornalisti e dei collaboratori. Come ASL Cannara pensiamo, anche con i nostri limiti, di aver dimostrato in tanti anni, con fatti concreti, la nostra correttezza e rettitudine morale all’interno di uno sport popolare come il calcio.


*Il presidente dell’Asd Cannara

Articolo in PDF:

Scarica qui il PDF

Exit mobile version