BASTIA I funerali del 17enne Alberto Tacconi, mortalmente ferito nella notte di San Silvestro sul suo scooter 
 
 ASSISI — Un abbraccio straziante e interminabile ad Alberto Tacconi. E’ stata una folla immensa a porgere, ieri mattina, a Bastia, l’estremo saluto al diciassettenne deceduto per le ferite riportate nell’incidente della notte di Capodanno, a Rivotorto; folla che ha portato la solidarietà alla famiglia, al padre Pietro, alla mamma Patrizia, alla sorellina, agli zii, ai nonni. Chiesa (nella foto le esequie) stracolma, piazza piena di gente; gente comune, imprenditori, rappresentanti istituzionali di Bastia (dove il ragazzo abitava) e di Assisi (i Tacconi hanno le radici a Santa Maria degli Angeli), maestranze delle aziende di famiglia. Tanti i giovani: c’erano i compagni di scuola, una classe tanto unita e della quale Alberto era il leader, i ragazzi della parrocchia, gli amici. Non lo hanno abbandonato: subito dopo l’incidente, nelle ore dell’agonia, nella camera ardente, durante il rito e al cimitero dove sono rimasti a lungo. Occhi gonfi, sguardi persi, domande irrisolte, un pensiero fisso, un ricordo che rimarrà scolpito nei cuori; sconvolti da una sorta di tsunami, come ha detto un ragazzo. «Diciassette anni sono troppo pochi per morire», ha detto nel corso della cerimonia la cugina che, insieme ad un compagno di scuola, a due insegnanti, ad un amico della parrocchia, lo ha ricordato; nelle sue tante sfaccettature, per quel modo di essere «grande» nonostante i 17 anni. «Momenti come questi devono far riflettere sul valore della vita, che dobbiamo difendere, guardando avanti con fiducia e speranza, confidando nell’aiuto di Dio — ha sottolineato il parroco, don Francesco Fongo, che Alberto lo ha visto crescere —. Aveva un sorriso dolce, era una persona che comunicava fraternità, comunione, sia agli amici che alla famiglia, era aperto al servizio dei più piccoli». Nel nome di Alberto Tacconi è stata intrapresa una raccolta di fondi da destinare alle adozioni a distanza dei bambini del Sud-est asiatico colpito dal maremoto e al suo nome sarà intitolato il «gazebo» del Centro parrocchiale San Michele.
Maurizio Baglioni

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