Il corpo visto da Galimberti


BASTIA UMBRA – Umberto Galimberti, docente ordinario di Filosofia della Storia all’Università Ca’ Foscari di Venezia ed editorialista di Repubblica ha ufficialmente aperto il ciclo di incontri di Oicos 2006. “Il corpo in Occidente” è stato il tema affrontato dal filosofo che sarà anche il coordinatore di tutti gli incontri che si terranno in questa edizione. Il tema portante di questa edizione: quello del “Corpo”. “Il corpo in realtà è il grande rimosso della storia dell’occidente” ha esordito il docente, portando avanti una sua personale tesi che solo l’uomo che prenderà pienamente coscienza del suo spazio corporeo potrà ritrovare la sua piena identità. Un lungo viaggio attraverso il pensiero dei maggiori filosofi di ogni tempo, da Platone fino a quelli moderni, mettendo in evidenza come ogni epoca abbia avuto il suo personale concetto di entità corporea. Il pensiero di Galimberti, che prende le mosse da una filosofia prettamente immanentista, che rifiuta il concetto di anima, approda ad una teoria dove l’uomo occidentale del terzo millennio dipende completamente dall’apparato tecnico. ” E’ un uomo-protesi come già sosteneva Freud, ribadisce il filosofo, e questa dipendenza sembra non potersi spezzare”. “In questo senso – ha detto Galimberti – va recuperato il valore umanistico della scienza”. Il pensiero dello studioso trova il suo principale punto di forza nel tentativo di fondare una nuova filosofia dell’azione che consenta, se non di do minare la tecnica, almeno l’evitare di essere a questa completamente sottomessi.
S.T.

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