Il dramma si verificò nel 2008 nele campagne di Bastia Umbra, persero la vita una ragazza di 23 anni e il suo istruttore di volo

PERUGIA – Rinviati a giudizio per la tragedia del Cessna caduto nel 2008 a Bastia Umbra, in località Costano, causando la morte delle due persone a bordo. Ieri il gup Luca Semeraro ha stabilito che i tre indagati per quel fatto compari-ranno davanti al collegio del tribunale di Perugia il 7 maggio 2012. Si tratta di R.M., responsabile della scuola di volo Aviomar di Roma, G.M., capo controllo e responsabile della gestione tecnica della Aviomar, e A.L., funzionario dell’Enac addetto alla verifica delle condizioni di navigabilità degli aeromobili del-la Aviomar. Secondo la pubblica accusa i tre hanno “cooperato al verificarsi della caduta del Cessna attraverso una serie di condotte colpose. Nel mirino ci sono operazioni di manutenzione e controllo, in particolare quelle concernenti la sostituzione del filtro dell’aria relativo al cosiddetto orizzonte artificiale, strumento che consente il volo anche “cieco”, ossia in caso di scarsa visibilità. Strumento che, quel maledetto 20 gennaio, poteva risultare importante, data la nebbia incontrata nei cieli sopra le campagne umbre. Secondo il pm, la sostituzione del filtro non avvenne “malgrado le specifiche indicazioni della casa costruttrice del velivolo”. E’ mancata, secondo l’accusa, anche la verifica approfondita delle operazioni di manutenzione, ovvero l’accertamento che certi lavori fossero stati effettivamente eseguiti. Per tutti e tre gli imputati è quindi formulata l’ipotesi di concorso in omicidio colposo. Il Cessna appartenente alla Aviomar è precipitato quando a bordo c’erano il comandante Antonino Scarica, 59 anni, e l’allieva Noemi Moscetta, 23 anni, per attività di esercitazione. La tragedia impressionò tutta l’Italia perché Scarica era molto noto e apprezzato, mentre l’allieva era giovanissima. Il pm, Giuseppe Petrazzini, ordinò una perizia anche sulle comunicazioni intercorse fra il pilota e la torre di controllo. L’aereo era partito da Roma e aveva incontrato a un certo punto parecchia nebbia. Quindi, la comunicazione con la torre di controllo, che il pilota avvisava di un guasto all’orizzonte artificiale. Noemi voleva diventare pilota. Sia lei sia il suo istruttore morirono sul colpo. I corpi straziati furono trovati fra le lamiere del Cessna. I familiari delle vittime, costituiti parte civile, hanno da subito chiesto che si facesse luce su eventuali responsabilità. All’udienza di ieri, che ha deciso il rinvio a giudizio per i tre indagati, erano presenti anche i genitori di Noemi. “Domani (oggi, ndr) saranno tre anni e quattro mesi dalla morte di mia figlia. Ora la giustizia sta facendo il suo corso”, ha dichiarato la madre. “Rispetto la decisione del giudice anche se non la condivido – dice invece l’avvocato Arturo Bonsignore del collegio difensivo del funzionario Enac -. Sembrava di aver offerto nell’udienza i chiarimenti necessari ad evitare il dibattimento. Il giudizio pubblico renderà giustizia al nostro assistito. Secondo noi si è trattato di una tragica fatalità”.Alessandra Borghi

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