Autotrasporti- I dipendenti Lgs hanno inscenato una clamorosa protesta davanti all’azienda di Bastia

BASTIA UMBRA – Riso amaro. L’ossimoro noto ai più per essere il titolo di un celeberrimo film si addice benissimo a descrivere l’ironia con cui gli autotrasportatori hanno affrontato quello che in fondo è stato un buco nell’acqua. L’indifferenza dei passanti è stato ciò che più ha colpito la ventina di lavoratori che ieri mattina si sono incatenati all’ingresso della Petrini per chiedere il rispetto dei propri diritti. “Oramai le aziende non si degnano più di licenziare i lavoratori” ha urlato al megafono Vasco Caiarelli, segretario provinciale della Cgil, Confederazione generale italiana del lavoro, “ma li sospendono, aspettando che questi, dopo mesi di salario mancato e nessun accenno alla cassa integrazione, se ne vadano alla spicciolata, senza creare problemi. E’ dal 4 febbraio che i dipendenti della Lgs, logistica global service, di Bastia Umbra, non lavorano, non sono salariati, non sono stati messi in cassa integrazione e non ottengono un confronto tra rappresentanze sindacali e vertici aziendali”. “Importante da sottolineare è che il problema degli autotrasportatori creato dalla Petrini va a ledere anche cittadini e automobilisti che con l’azienda non hanno nulla a che fare” puntualizza Mario Bravi, segretario generale della Cgil provinciale, “la ditta sottrae le commissioni alla Lgs per affidarle ai padrocini, alimentando quel sistema che produce lavoro grigio, nero e che immette nelle nostre strade quei trasportatori che lavorano senza rispettare alcuna norma di sicurezza; a nostro rischio e pericolo”. Mentre i sindacalisti protestano, dal cancello dell’azienda entrano e escono mezzi di trasporti privati, quelli che attualmente prendono il posto dei lavoratori dell’Lgs; “Ridete pure, tanto tra poco toccherà a voi” grida. a un camionista la moglie di un autista sospeso “siamo qui a chiedere la solidarietà della gente, ma tutti passano e ci guardano come se fossimo bestie da circo”; detto, fatto. Ecco arrivare un cammello di circensi da poco giunti in città; un cartello, una foto e poi tutti a casa ancora con un grande problema da risolvere, quello di venti famiglie.
Alberta Gattucci

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