Pareri discordi nei confronti della legge regionale

In bilico la posizione dei lavoratori dell’ente


BASTIA UMBRA – E’ stato un consiglio comunale senza episodi fuori dal previsto quello di ieri pomeriggio. Unica punto su cui n è sviluppato un certo dibattito sul punto all’ordine del giorno che prevedeva la discussione dell’articolo 3 l.r. del 24 settembre 2003 n.18 e successive integrazioni e modifiche, programma di riordino territoriale adottato dalla Regione Umbria
con atto n.244 del 27 maggio 2008, ambito territoriale e forma associativa per il comune di
Bastia Umbra. In pratica il sindaco, Francesco Lombardi, ha sintetizzato: “Le comunità montane in Umbria passano a essere da nove a cinque. La nostra amministrazione deve decidere a quale di queste aderire, considerando il fatto che Bastia Umbra si sviluppa in un territorio di pianura, ma confina con comuni ricchi di spazi montuosi. In futuro quindi, i rappresentati del comune andranno a far parte delle comunità montane, amministrando senza nulla percepire”. Il rappresentante del Popolo delle Libertà, Massimo Mantovani, è intervenuto precisando la sua estensione al voto in merito dei futuri rapporti tra amministrazione comunale e comunità montane: “Sono contro questa impostazione che vuole l’Umbria una regione quadripolare. Il nuovo rapporto tra comuni e comunità montane è lungi dall’essere modificato e verrà ancora modificato nel corso della sua definizione Bastia Umbra deve trovare il modo di non essere fagocitata da altri comuni, rientrando in meccanismi di importanti tagli economici”. In parte favorevole ai tagli sulle figure presenti nelle comunità montane il rappresentante dell’opposizione, Luigino Ciotti: “Il sistema degli incarichi presso le comunità montane funziona solo come strumento di riciclaggio per accontentare i politici non inseriti presso le amministrazioni pubbliche.Tuttavia i tagli promossi dalla Regione sono insufficienti a risolvere il deficit finanziario”. Ma il consigliere comunale dei Comunisti Italiani Geoli ha considerato: “Nelle comunità montane sono impiegati numerosi invalidi civili, che, una volta huttatine fuori, sarebbero comunque un costo per la società”.

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