La difesa però propone un rito alternativo. La storia venne alla luce da una denuncia della mamma dopo il racconto della figlia di 12 anni

di Francesca Marruco

PERUGIA “Te lo faccio così ti puoi difendere da chi ti vuole violentare”. Erano queste le parole che un 50enne della zona di Bastia Umbra, in carcere per violenza sessuale sulla figlia 12enne, usava per giustificare con lei quei tremendi abusi a cui la sottoponeva. Per l’uomo, arrestato lo scorso maggio e tutt’ora in carcere a Capanne, il sostituto procuratore titolare dell’inchiesta Anna Maria Greco ha fatto richiesta di giudizio immediato. L’appuntamento dinanzi al gup è per la fine di marzo. La difesa del cinquantenne, che venne arrestato al termine di un’indagine dei carabinieri di Assisi, guidati dal maggiore Marco Vetrulli, ha già presentato istanza per un rito alternativo. Gli avvocati Donatella Panzarola e Cristian Giorni hanno infatti chiesto un abbreviato condizionato all’espletamento di una perizia medico-legale riguardante le lesioni che vennero riscontrare sulla piccola. Sarà il giudice adesso a dover decidere se concederla o meno. A far emergere la terribile storia di abusi sessuali in famiglia, era stata la madre della bambina. La ragazzina un giorno le aveva raccontato di quelle cose brutte che gli faceva il papà nei pomeriggi che trascorreva con lui. La dodicenne infatti passava del tempo con l’arrestato, come disposto dal tribunale, dopo la separazione tra i genitori. La donna allora aveva avuto la prontezza di riflessi di videoregistrare quello che gli stava dicendo la figlia. Con quel filmato andò dritta dai carabinieri. Scattò l’indagine, nel corso della quale la bambina venne visitata da specialisti e poi, nel corso di un’audizione protetta in presenza del pm e di una psicoterapeuta infantile confermò tutto. Il padre venne arrestato e nessun giudice gli ha mai concesso una misura cautelare meno afflittiva.

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