I risultati del convegno sulle nuove strategie
ASSISI – Il turismo religioso non ha il fiato corto, ma se una volta bastava il nome ad attirare i turisti, adesso è la città che deve sapersi vendere all’esterno e non confidare più sulle potenzialità del marchio: questo è emerso dal convegno di ieri “Il futuro del turismo ad Assisi: prospettive economiche e nuove strategie”, organizzato dalla Fondazione internazionale Assisi in collaborazione con le varie associazioni di categoria dell’assisano (Confcommercio, Assisisì e Consorzio albergatori). Al centro del dibattito la proposta turistica offerta da Assisi e in generale dall’ Umbria, che punta molto sul turismo religioso ma che va arricchita di nuovi contenuti e elementi di attrattività che vadano oltre: per Joseph Ejarque di Fourturism, società di consulenza e marketing turistico, il turismo religioso non ha il fiato corto, anche perché – contrariamente ad altri tipi di turismo è uno dei pochi che sia spendibile e abbia attrattiva tutto l’anno. Vista anche l’attuale congiuntura, la possibilità di spostarsi più velocemente rispetto al passato e la possibilità di offerte più convenienti, è necessario affidarsi a persone che sappiano vendere bene la città di Assisi e le sue attrattive, partendo dall’aspetto religioso per far poi scoprire tutte le altre possibilità (città d’arte, natura, cultura) che il territorio offre: un investimento non a costo zero, ma che garantirà i suoi frutti nel medio e nel lungo periodo.
Corriere-2010-10-10-pag21