Il comitato di Viole spera in un ripensamento sulla vendita dell’edificio
ASSISI – Il comitato contro la vendita della scuola di Viole non vuol far calare il silenzio sull’alienazione dell’immobile, e spera ancora in un ripensamento e anche in un faccia a faccia con il sindaco: per questo, i firmatari della petizione spontanea con la quale si chiedeva la rimozione dell’ex scuola dal piano di alienazioni e risorse e progetti per riqualificare la scuola di Viole e gli altri spazi pubblici, hanno deciso di rendere pubblica la lettera (di cui pubblichiamo alcuni stralci) cui l’amministrazione comunale non ha mai risposto né sembra aver preso in considerazione. “Tre anni fa – ricostruisce il comitato – un’assemblea popolare, con un numero limitato di persone, dette il via libera alla vendita, perché persuasa dal fatto che fosse l’unico modo per iniziare quella riqualificazione degli spazi pubblici che il paese attendeva da molto tempo”. Dopo la felice esperienza dei ragazzi di Viole, nati per migliorare le attività ricreative e sociali, il comitato sottolinea come l’ex scuola, già sede dell’associazione nazionale combattenti Viole, potrebbe essere l’ambiente più idoneo ad accogliere le esigenze anche degli anziani, permettendo un dialogo costruttivo tra le generazioni”. Dopo aver ribadito i punti di forza dell’ex scuola e il fatto che spostare altrove le attività sociali impoverirebbe il centro storico (peraltro cresciuto demograficamente nel corso del tempo), il comitato si chiede “se il progetto per la realizzazione dell’immobile polifunzionale a uso sportivo e sociale riuscirà da solo a soddisfare in modo esaustivo tutte le esigenze di tutta la popolazione: la soluzione che a noi sembra ottimale è disporre di due spazi dedicati, ciascuno adibito all’utilizzo più consono, ma in grado di completarsi vicendevolmente anche in termini di gestione di eventuali esigenze di utilizzo concomitanti. E’ora- conclude il comitato – di ripensare a Viole, non solo con un unico progetto, ma anche con un programma che riqualifichi il paese, che abbia la garanzia di pari dignità per tutte le attività sociali, culturali, ricreative, sportive e di pari opportunità a tutta la popolazione”.
Corriere-2010-09-25-pag21
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