Assisi Il vescovo emerito Goretti: “Siamo tutti fili d’erba che possono essere strappati in qualsiasi momento”
La cattedrale di San Rufino colma di compagni di scuola, amici e balestrieri
di SILVIA BARTOCCI FONTANA
ASSISI – Il silenzio è l’unica condizione per raccontare un dolore troppo forte che le parole non possono esprimere. Il silenzio accompagna l’arrivo del feretro nella piazza di San Rufino.
Iniziano alle quattro i funerali di Giulio Moriconi 18 anni appena compiuti, morto in un incidente la mattina di mercoledì quando a bordo della sua moto, si e scontrato con l’auto di un pensionato lungo la via torgianese a Bastia Umbra. In centinaia hanno affollato la cattedrale di Assisi per rendere l’ultimo saluto a Giulio e per stringersi intorno ai genitori. Tantissimi i giovani presenti in chiesa, gli amici della parrocchia, i compagni di scuola, molte compagnie di arcieri provenienti da tutta Italia, le autorità cittadine, i colleghi della mamma Lorella, la confraternita di Santa Caterina dove è impegnato il papà Alberto e la compagnia dei balestrieri al completo, con il gonfalone che ha accompagnato Giulio all’entrata e all’uscita della chiesa.
“Siamo tutti fili d’erba che possono essere strappati in qualsiasi momento” ha ammonito monsignor Sergio Goretti vescovo emerito che insieme al parroco don Cesare Provenzi ha officiato le esequie e ricordato il profondo e radicato spirito religioso del giovane. “Giulio si stava preparando per incontrare Dio”. Anche don Cesere Provenzi, parroco di San Rufino ricordando Giulio con cui aveva un sincero rapporto di amicizia racconta che uno degli aspetti della vita del giovane, insieme alla passione per la moto, per Valentino Rossi, per il tiro con l’arco e per la compagnia dei Balestrieri, era la ricerca di Dio che si esprimeva attraverso le domande e le riflessioni che accompagnavano il suo costante e assiduo impegno nella attività della parrocchia.
Momento di intensa commozione è stato la lettura della testimonianza scritta dai giovani della compagnia dei balestrieri che avevano deciso in un primo momento di rinviare tutti gli appuntamenti legati alla manifestazione del palio di San Rufino perché non aveva senso festeggiare senza di lui che tanto aveva contribuito alla realizzazione dell’evento. Hanno poi cambiato idea sollecitati dai genitori del giovane: Giulio non ci avrebbe mai rinunciato, la festa si farà perchè lui avrebbe voluto cosi. In fine anche la testimonianza della sua migliore amica e compagna di scuola e di banco che ripercorrendo la tappe della loro crescita insieme, racconta di quanto Giulio le sia stato vicino nei momenti peggiori della sua vita e di come idealmente lo sarà per sempre. Un commosso lunghissimo applauso ha accompagnato il feretro fuori dalla chiesa: tra centinaia di fiori e composizioni spunta una piccola corona rossa a forma di cuore, c’è scritto solo un nome: Cristina.