Bastia

Il Ramadan di Belkchack

Ieri si è concluso il “mese del digiuno diurno” per i musulmani
Fra calcio e religione

Il centrocampista del Bastia:“Fatica e sopportazione, ma è una questione di volontà”
LA DIETA: “Mangiavo alle 5 e dopo le 18.30, il giorno della partita anche pasta e carne. Il problema più grande? Niente acqua dopo gli allenamenti, ero costretto ad aspettare”


IL RENDIMENTO IN CAMPO: “L’ultimo periodo è stato difficile perchè trenta giorni in questo modo si fanno sentire, ma io ho sempre cercato di dare il massimo ogni volta”


EMANUELE LOMBARDINI


 Il calcio, la vita, la Fede. Storie che si incrociano e mettono un pò di poesia nel monotono rituale di una sfera che rotola e ventidue giocatori che la inseguono.
Quella di Khalid Belkchack, centrocampista marocchino del Bastia ormai da quindici anni in Italia, è comune a quella di tanti altru musulmani osservanti, ma quando si inserisce in un contesto come quello italiano, profondamente diverso per cultura e religione, fa sempre notizia. Chi come tanti era abituato a vedere Belchack al massimo delle sue prestazioni agonistiche, è rimasto sorpreso davanti al vistoso calo evidenziato dal giocatore nelle ultime tre gare. Il rigore sbagliato domenica c’entra sino ad un certo punto, perchè poi entrano in ballo tanti fattori.
C’entra invece il fatto che quello che si è concluso ieri è il mese del “Ramadan”, periodo nel quale ai musulmani osservanti non è consentito assumere cibi e bevande sino al calare del sole. Pratica che ovviamente stride con i ritmi ed i tempi di un calciatore. A meno di non avere motivazioni profonde, come quelle di Khalid. “E’ certamente molto duro, ma è una questione di volontà- spiega – ed in realtà la cosa più difficile è stare senza bere dopo essersi allenati (il Bastia di Massimo Cocciari si allena dalle 15 alle 17) o dopo aver giocato una partita. Bisogna resistere sino al tramonto. Per il cibo, beh, uno si arrangia”.
Si fa per dire. “Mi sono svegliato alle cinque di mattina per mangiare – dice Khalid – Durante la settimana ho fatto una colazione abbondante ma normale, con pane, formaggio, mentre il giorno della partita diventava più duro perchè avendo bisogno di energia sono stato costretto a mangiare pasta ed un pò di carne (ovviamente non di maiale e rigorosamente “halal” cioè uccisa recidendo la trachea e l’esofago e senza che siano stati prima picchiati o feriti ndr). Alla sera invece, ho sempre fatto una cena normale e ho recuperato i liquidi non assunti durante il giorno bevendo molto, sia acqua che integratori”. Meno problemi invece per le preghiere: “Gli orari coincidono con i miei tempi- spiega – alle cinque, a mezzogiorno, dopo gli allenamenti, alle 19 e alle 21 ”.
Il rendimento di Khalid, che si divide fra il calcio, una laurea da conseguire in Economia e Commercio a Perugia ed un lavoro part time all’ufficio immigrazione del comune di Umbertide, non ne ha risentito più di tanto: “La fatica si è fatta sentire soltanto in questo ultimo periodo – spiega – per il resto ormai ci ho fatto l’abitudine”. La conferma arriva anche dai compagni e da chi, tecnico e dirigenti, l’ha visto allenarsi in questo periodo: “Non si è mai risparmiato – dicono in casa biancorossa – si è sempre allenato con grande impegno ed in campo è sempre stato fra i migliori”. Belkchack ribadisce ancora il concetto fondamentale: “Forza di volontà, sacrificio e consapevolezza che lo si sta facendo dedicando questo periodo a Dio, questo aiuta a superare ogni problema”. Ieri, come detto il Ramadan è finito e per tutti i musulmani osservanti è stata la “festa dell’interruzione del digiuno”. Il Bastia è pronto a riabbracciare un Khalid Belkchack al massimo della forma. L’obiettivo è sempre la rincorsa ai playoff e il centrocampista è più che mai determinato a metterci anche la sua firma.

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