Bastia

Il ragazzo accoltellato a Bastia C’è un indagato: sangue sul cappello

Accertamenti al Ris di Roma. Consulenza su pc e smartphone
LE INDAGINI-Caccia all’aggressore Visionati i video registrati dalle telecamere
di ERIKA PONTINI
PERUGIA –C’E’ UNA CERTEZZA – un ragazzo iscritto nel registro degli indagati – e ancora tanti punti oscuri intorno al tentato omicidio di Bastia Umbra. Il blitz dei carabinieri della compagnia di Assisi, coordinati dalla procura della Repubblica di Perugia, è scattato nei giorni scorsi, quando gli investigatori hanno bussato alla porta di un giovane residente in zona. Decreto di perquisizione in mano, se ne sono andati con un cappellino da baseball con una traccia ematica che ora sarà analizzata nei laboratori del Ris di Roma il prossimo 9 giugno, nell’ambito di un accertamento irripetibile e quindi garantito. Il giovane è difeso dall’avvocato Maurizio Lorenzini che potrebbe avvalersi di un consulente, un biologo forense.
MA ANCORA è presto per poter dire che si tratti realmente dell’aggressore che nella notte tra il 16 e il 17 maggio ha seguito e poi accoltellato – con quasi trenta fendenti – all’incrocio di via Vittorio Veneto il 32enne di Bastia Umbria, finito in ospedale in fin di vita e salvo quasi per miracolo. Una coltellata ha sfiorato il cuore, un’altra ha lesionato il polmone, un’altra ancora la milza.
L’INDAGATO sarebbe il giovane che la stessa sera dell’accoltellamento si è presentato al Pronto soccorso, sembra ferito ad una mano. Ma ulteriori elementi alle indagini potrebbero emergere dall’analisi delle telecamere del Comune, che i carabinieri avrebbbero acquisito nelle ultime ore e che potrebbero dare il vero volto dell’aggressore.
LUI, LA VITTIMA, ha visto in volto chi voleva ucciderlo, quando si è girato per difendersi: tanto che sono state riscontrate lesioni agli avambracci. Avrebbe parlato agli inquirenti di un ragazzo ‘bianco’, senza sapere chi fosse. Gli investigatori gli hanno fatto realizzare anche un identikit e non è escluso che possa aver visionato anche un fascicolo fotografico.
IL SUO COMPUTER e il suo smartphone sono al centro di una consulenza tecnica per verificare contatti in chat, messaggi, telefonate. Un qualsiasi indizio che possa portare al nome certo di chi voleva ucciderlo e perchè, anche per stabilire se l’indagato avesse qualcosa a che fare con questa storiaccia. Certo è che sarà ancora il dna a fugare qualsiasi dubbio. Se in quel cappellino dovessero esserci tracce biologiche della vittima, il cerchio sarebbe presto chiuso. Intanto il ferito, dimesso dal Santa Maria della Misericordia una settimana fa, si è affidato agli avvocati Luca Maori e Delfo Berretti per essere assistito nelle fasi processuali e investigative.

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