BASTIOLA
BASTIA UMBRA – E’ stato riacceso, dopo molti anni, l’impianto d’illuminazione di uno dei due stemmi papali posti su un’arcata, rivolta a mezzogiorno, del ponte di Bastiola sul fiume Chiascio, risalente al XVI secolo.
L’intervento, a cura dell’impresa incaricata dal Comune della manutenzione dell’impianto di pubblica illuminazione (Sei Esse S.r.l.), è stato sollecitato dal consigliere comunale Gianluca Ridolfi del gruppo “Giovani Bastioli” incaricato dall’assessore ai lavori Pubblici Mantovani di verificare il funzionamento dell’illuminazione pubblica. Ridolfi ha rilevato che i faretti posizionati alla base dei pilone del ponte non funzionavano ed ha richiesto l’intervento. Dopo questa sollecitazione l’Amministrazione ha fatto sostituire lampade e faretti e l’impianto è tornato a funzionare. Ora, è visibile anche di notte lo stemma papale incorniciato su travertino di Gregorio XIII, che nel 1581 dispose il restauro del braccio sul torrente Tescio. L’altro stemma non illuminato posto sull’arcata è del pontefice Paolo III Farnese, che nel 1546 dispose la costruzione del ponte. Il ponte di Bastiola, costruito tra il 1546 e il 1581 per collegare Perugia ad Assisi lungo la strada “Assisana”, fu progettato dall’architetto Galeazzo Alessi.
L’intervento era doveroso, un bravo a chi si è speso in questa iniziativa.
Il ripristino dell’illuminazione è senza dubbio un atto di cultura e di civiltà.
Civiltà che a mio parere manca in tutta l’area interessata dal ponte. Un area che nelle sponde di Bastiola e all’inizio di Via Firenze ospita orticelli, baracchette semi-abusive e un gran deposito ( o non so bene come definirlo ) di pietra e materiali di scarto a cielo aperto: lo spettacolo di certo non è dei migliori.
Considerando che ci troviamo sulla strada Assisana, in una delle principale porte di accesso alla Città di Bastia, se è vero che anche l’occhio vuole la sua parte…
Saluti
E’ vero si può dire che il ponte è la porta di Assisi, una bella sistemata alle aree sottostanti sarebbe un gesto di civiltà e decoro. La cosa preoccupante è che non c’è sensibilità per queste piccole cose che possono fare anche la differenza.
concordo con chi mi ha preceduto, bisognerebbe obbligare anche i privati residenti nella zona a tenere in modo piu decoroso le loro proprietà. poi mi chiedo: ma è normale permettere abusivismo e abbandono di materiali di scarto di lavorazioni in quel modo??? rimediate presto, a me ha sempre fatto schifo quel disastro!!!
In altri comuni umbri non si può tenere abbandonato nemmeno un motorino, a Bastia per anni si è assistito alla nascita di depositi dove viene collocato di tutto. Ci sono vie importanti e “porte” di ingresso per chi proviene da S. M. degli Angeli o da Assisi o per chi (moltissimi)va a passeggio o a correre, dove c’e un pò di tutto, gru in posa perpetua, cassoni cabinati di camion e auto abbandonati, depositi di materiale inerte su terreni agricoli. Eppure le leggi ci sono affinchè i materiali siano portati in appositi per essere smaltiti. Bastia non è una grande città, dove è difficile controllare tutto, basta percorrere le poche vie di ingresso e vedere cosa deve essere fatto.
@W la commissione: Per fare un esempio, ad Assisi c’è una ordinanza del sindaco che vieta di tenere la legna per il camino, davanti alle abitazioni, proprio per salvagurdare il decoro urbano.
Mi ricordo un articolo di Giuliano Monacchia intitolato “Bastia: Un paesone che non riesce a diventare città”.
Il titolo è emblematico, perchè descrive molto bene la realtà.
Abbiamo assolutamente bisogno di toglierci di dosso questo complesso, cercando di fare uno scatto culturale che ci permetta di ragionare unitariamente, non più da singoli.
Dobbiamo recuperare il rapporto con la nostra storia: il fiume, la piazza, i quartieri – visti non come un confine, un margine di separazione , ma come tanti anelli di una catena che devono assolutamente essere uniti l’uno con l’altro per acquisire forza.
Bastia ha enormi potenzialità da questo punto di vista, la chiave del successo è nella partecipazione e nella condivisione delle scelte, cercando – almeno per una volta – di stare a sentire quello che Bastia ha da dirci, piuttosto che qualche antiquato signore benpensante.
Saluti
e il pollaio dietro agli uffici della usl-arpa??? allucinante!