Bastia

Il pm: condanna di 30 anni ai tre killer di Luigi Masciolini

Massacrato per ottocento euro
di ANGELA ROTINI
AMMAZZATO a calci e pugni con inaudita violenza. Colpito più volte con un oggetto contundente e con una ferocia gratuita, il tutto per un pugno di soldi, 800 euro. E’ la triste storia di Luigi Masciolini, pensionato di 85 anni di Ospedalicchio, ucciso barbaramente nella notte tra il 23 e 24 settembre del 2004, da un gruppo di malviventi che lo hanno sorpreso nel sonno, insieme alla moglie di 80 anni, Maria Ragni. Per quell’atroce delitto ieri mattina, il pubblico ministero di Perugia, Manuela Comodi, ha chiesto la condanna a trenta anni di carcere ciascuno per tre dei quattro imputati, Bruno Albini, 34 anni, originario di Viterno ma residente a Città di Castello, Tomas Poropat (24) di Roma e Francesco Rota (35) di Genova accusati di rapina, omicidio aggravato e lesioni. Sei anni invece, la richiesta del pm per Antonio Scozzafava, 27 anni di Crotone, che, secondo la ricostruzione accusatoria, quella notte avrebbe fatto da palo e che deve rispondere solo di rapina.


TUTTI e quattro, che hanno ammesso di aver preso parte alla notte da Arancia Meccanica, hanno scelto la strada del rito abbreviato e il gip, Marina De Robertis ha fissato ieri mattina la prossima udienza per il 27 aprile quando la parola passerà ai difensori. Nella stessa giornata è possibile che arrivi la sentenza del giudice. Secondo la ricostruzione della procura di Perugia Albini, Poropat e Rota, la notte tra il 23 e 24 settembre del 2004, entrarono all’interno dell’abitazione forzando il portone esterno e lasciando Scozzafava come ‘palo’ all’esterno. Dopo aver messo a soqquadro tutta la casa e aver picchiato con calci e pugni l’anziano, per farsi consegnare i soldi che aveva in casa (800 euro), legarono e imbavagliarono marito e moglie al letto, utilizzando del nastro da imballaggio. Luigi Masciolini morì — stabilì l’autopsia — per «insufficienza cardiorespiratoria acuta in soggetto con fratture costali multiple». Allertato da una vicina di casa che aveva notato la porta dei due coniugi aperta, fu il figlio della coppia, Marcello, il mattino dopo i fatti, a trovarsi davanti la scena straziante. Il padre senza vita accanto alla madre che fu ricoverata in gravi condizioni all’ospedale con escoriazioni, contusioni e in stato di choc.


A CIRCA dieci giorni dall’inizio del processo, è entrato in scena un testimone. Nelle mani della Procura la testimonianza di un pregiudicato, all’epoca inserviente in carcere, che sostiene di aver ricevuto le confidenze di alcuni degli imputati. Secondo il nuovo testimone un ruolo di rilievo lo avrebbe avuto proprio Albini mentre Rota avrebbe assunto una responsabilità secondaria. Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Antonino Juvara, Daniela Paccoi, Maria Di Rocco, Francesco Cappelletti, Giulio Piras e Vincenzo Rossi.
 
 
 

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