Bastia

Il pilota dal cuore d’oro Aveva un sorriso per tutti

Benvoluto ed apprezzato: ecco chi era Auro Malinconici

PERUGIA – L’hanno trovato con il braccio sulla faccia quasi a cercare di proteggere dallo schianto quel volto ricordato dagli amici sempre sorridente e così lontano dai suoi cinquantotto anni. Un sorriso che partiva dalle labbra per arrivare direttamente al cuore,
quello di Auro Malinconici, ritrovato in mezzo alla neve incastrato nel suo Cessna tra gli alberi spogli delle montagne eugubine. Nato e cresciuto a Bastiola, una piccola frazione alle porte di Perugia a un passo dall’aeroporto di Sant’Egidio, quella grande superficie di piste e hangar che Auro frequentava quasi ogni giorni per quella passione del volo e la voglia di
sentirsi mai stanco.Gli amici lo raccontano così: Auro era un tipo che non voleva invecchiare e ci riusciva facendo emergere l’energia postiva che aveva dentro. Non era uno che faceva sport per sedersi a tavola senza avere sensi di colpa, lui ci credeva in quei passi battuti veloci sull’asfalto,nelle partite di pallone,nelle tante ore di volo fatte con lo slancio di un ragazzino cresciuto in provincia con la voglia di guardare in alto e l’animo dello sperimentatore capace di spostare la linea dell’orizzonte. C’è chi lo descrive anche fisicamente, come se volesse ridargli materialità: Auro era un bell’uomo, un fusto, quasi un metro e novanta, reso scattante dall’allenamento costante e certificato da una tuta infilata velocemente su un inseparabile giubbotto da aviatore. Si era fidanzato da giovane con la donna che è poi diventata sua moglie, Abigaille Olivieri, anche lei umbra (del nord della regione), pure lei ricca di energia, non altrettanto attratta dal volo. La signora Malinconici coltiva la passione per la pittura e l’arte. Due figlie, Barbra e Roberta.Ora già donne. “Una famiglia unita – sospira un amico e vicino di casa – sebbene con interessi diversi che hanno saputo portare avanti con l’autonomia di chi può contare su una base sicura, il proprio nucleo familiare”. Lo slancio di Auro verso il volo equivaleva alla sua disponibilità verso gli altri tanto che un suo compagno di giochi d’infanzia si lascia trascinare dal ricordo per fare emergere dalla memoria un cappello da sceriffo, perso non sisa bene come, e che Auro, più grande di lui, s’impegnò a ritrovargli
a tutti i costi. Ce la fece. “Auro fece carte false per riportarmelo e ci riuscì, quando me lo porse mi disse: ora sarai sceriffo per sempre”.Un pilota dal cuore d’oro, l’amico che c’è sempre. Un uomo che ha vissuto ad alta quota. Come le aquile.
Sabrina Busiri Vici

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