Le conclusioni della consulta del PD del Lavoro e dei consumatori sulla questione Franchi lascia abbastanza perplessi.
BASTIA UMBRA – Per la Consulta del PD la Franchi deve rafforzare l’azienda “attuando una politica di joint venture e rafforzando la compagine manageriale”. Forse gli attuali Manager dell’azienda non sono considerati sufficienti? La frase finale delle conclusioni della Consulta piddina lascia intendere un tentativo dirigista da parte della politica che va stigmatizzato.
Forse i componenti la consulta dimenticano che la Franchi pur essendo un patrimonio importante per la città dal punto di vista occupazionale e sociale, è e resta una azienda a proprietà privata e la scelta delle strategie e del management spetta esclusivamente ai soci che rischiano i propri capitali e non i soldi pubblici come avviene in molti carrozzoni delle municipalizzate che devono sempre piegarsi alla volontà della politica perché da essa create e in realtà gestite anche se ai cittadini si vuol lasciare intendere che si tratta di aziende private. Non è possibile accettare queste invasioni di campo da chi vorrebbe “rinnovare” la politica dall’interno, ma che in realtà usa e adotta gli stessi metodi che ben si conoscono a Bastia come in Italia.
Il 5 luglio 2005 il Sindaco ha firmato una convenzione tra il comune e la Franchi e mi sembra sia passata una quantità di tempo sufficiente da permettere all’amministrazione una profonda riflessione sulle scelte da fare nell’area di recupero. I tempi per la presentazione del piano da parte della proprietà si sono dilatati, ma questo non significa che l’amministrazione non dovesse, nel frattempo, individuare le scelte strategiche generali che riguardano la quantità dei metri cubi, le destinazioni d’uso e l’assetto finale dell’area inquadrato nell’idea globale della città.
Da parte mia ritengo che vada soprattutto analizzato il progetto dal punto di vista urbanistico e dell’impatto sulla città. Non è questione di quantità di metri cubi, ma della loro qualità e del loro inserimento nel tessuto urbano fatto di viabilità, servizi e qualità dell’ambiente in generale. Queste risposte, la politica le deve dare indipendentemente dalle richieste del privato che legittimamente persegue il massimo profitto dalle operazioni che mette in cantiere e qui c’è da considerare anche la tutela dei posti di lavoro e di una realtà industriale di eccellenza che come tutte deve rapportarsi con il mercato dove la concorrenza costringe le aziende a modernizzarsi e innovarsi per poter competere. Se una amministrazione aiuta a raggiungere questi obiettivi fa un’opera meritoria. Credo che la proprietà della Franchi abbia il diritto di conoscere le intenzioni dell’amministrazione sul piano proposto, qualunque esse siano.
Nel comunicato stampa inoltre si parla di “ricatti”, termine molto grave.
Forse mettere sul piatto della bilancia occupazione e innovazione e non speculazione edilizia pura e semplice come si riscontra in altri piani risulta un ricatto?
Forse la consulta del PD è a conoscenza di pressioni indebite su qualcuno?
Ma chi ricatta e chi è ricattato?
Non si possono lanciare supposizioni di questo genere senza poi esplicitarne la consistenza facendo nomi e cognomi. Se esiste un ricattato c’è anche un ricattatore e questo non è ammissibile. Dal 5 luglio del 2005 sono passati quasi tre anni e la politica in questo tempo non ha fatto nulla. Se questo è il metodo delle consulte, nulla di nuovo sotto il sole: alcuni del PD si rapportano con l’amministrazione e ne fanno proprie le posizioni. Mi aspettavo qualcosa di diverso, come, ad esempio, un dibattito interno al partito dopo che i membri della consulta avessero preso informazioni dall’amministrazione, ma anche dalle controparti, siano esse comitati, cittadini o aziende, volto a individuare la posizione ufficiale del PD sulla questione. A cosa dovrebbe servire una consulta se non ad aprire un dibattito e un ragionamento, anche se interno, sui vari temi ? C’è stato questo confronto?
Francesco Fratellini
Coordinatore Comunale FI
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