Bastia

Il Pd e lo spettro dei ballottaggi

A quattro giorni dalle elezioni amministrative i vertici del partito Democratico sono attraversati da timori e speranze
Sono Terni, Orvieto, Spoleto, Gualdo Tadino e Bastia le trincee considerate più a rischio


Molti più timori sulla performance di Di Girolamo a Terni che su quella di Boccali a Perugia


di PIERPAOLO BURATTINI


PERUGIA – Tra i dirigenti Democratici politicamente più attrezzati e avvertiti – e di conseguenza meno influenzabili dal clima di auto esaltazione elettorale – il tema è all’ordine del giorno da diverse settimane. I dati, analizzati sul tavolo della segreteria provinciale e nei vari conciliaboli, portano tutti a formulare il seguente interrogativo: in alcuni Comuni sopra i 15mila abitanti esiste la reale possibilità di finire ai ballottaggi? La risposta è affermativa e così anche l’idea di cominciare a lavorare a un possibile “Piano B” per non farsi trovare spiazzati.
I punti di faglia più critici sono individuati a Terni, Gualdo Tadino, Orvieto, Spoleto e Bastia Umbra. Qualcuno, in questa classifica, inserisce anche il capoluogo, ma per il momento su Perugia continua a prevalere un moderato ottimismo. In generale il ragionamento che si va facendo in piazza della Repubblica è il seguente: in Umbria il Pd prenderà dieci punti percentuale in più rispetto al dato nazionale e proprio il raffronto con le politiche è lì a dimostrare la validità del teorema. Detto questo, a partire dal segretario Stramaccioni e in gran parte del gruppo dirigente regionale, il desiderio rimane quello di chiudere i conti al primo turno: la parola ballottaggio evoca scenari imprevedibili e foriera di cattivi presagi. Tanto che i giorni scorsi un dirigente di lungo corso – dietro assicurazione di anonimato – ammetteva “che l’ipotesi dei ballottaggi in alcuni centri aprirebbe nel Pd una corsa allo scaricabarile delle responsabilità dagli esiti devastanti”. Analisi questa ripetuta, due settimane fa, in occasione del-la presentazione dei candidati dallo stesso Stramaccioni che, rivolto più ai candidati a sindaco che alla stampa presente in sala, ha ribadito come l’obiettivo sia quello di “vincere al primo turno un po’ dappertutto”. Se questa è la cornice del ragionamento, si capisce come la massima attenzione si appunti su Perugia e Terni.
Nel secondo caso le difficoltà di Leopoldo Di Girolamo sono sotto gli occhi di tutti e nessuno le nasconde sotto il tappetto, mentre sul capoluogo la performance di Wladimiro Boccali viene ritenuta fondamentale. Se, infatti, lo strappo del ballottaggio si consumasse su palazzo dei Priori, il contraccolpo psicologico sul partito sarebbe pesante. E forse proprio per questo motivo, nelle ultime settimane, anche coloro che sulla candidatura del giovane assessore all’Urbanistica avevano manifestato più di qualche perplessità, si sono convinti ad alzare la spada della difesa ad oltranza. E il motivo è semplice: se si aprisse una breccia nel “bastione” Perugia nessuno potrebbe chiamarsi fuori. E soprattutto nessuno potrebbe dormire sonni tranquilli in vista delle regionali.

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