ASSISI PROTESTA IL SINDACATO DEGLI AGENTI: «ORMAI NON POSSIAMO ANDARE AVANTI COSI’: LA SITUAZIONE PEGGIORA» «IL COMMISSARIATO è soffocato fra due cantieri, non possiamo andare avanti così». Lo sottolinea la rappresentanza Ugl per Assisi che lamenta un aggravamento nella situazione della sede della Polizia di Stato alla luce dell’apertura, ieri mattina, di un cantiere che rende ancora meno agevole l’accesso, già di suo complicato, dall’ingresso principale che si affaccia su piazza Santa Chiara. «Dapprima c’è stata l’apertura dei lavori per la scala mobile che collegherà il parcheggio di Mojano al centro cittadino, ora quelli per il rifacimento del tetto dell’edificio che ospita il Commissariato — aggiunge l’Ugl —. Il primo cantiere ci ha privato dell’accesso al parcheggio che era utilizzato per le auto di servizio, ora si rende più complicato l’ingresso dall’unico accesso a monte con disagi per gli utenti, a cominciare dai disabili e dagli anziani; senza dimenticare le condizioni di coloro che vi lavorano. Anche per accedere con persone fermate o arrestate finisce per essere più impossibile che difficile. Non va dimenticata poi la questione della sicurezza per chi vi opera: per certi locali ci sono delle prescrizioni sanitarie relative al tempo di permanenza e perfino l’ubicazione delle uscite di emergenza presenta delle criticità». La questione della sede della polizia si trascina ormai da parecchio tempo e numerose sono state le prese di posizione da parte delle sigle sindacali dei lavoratori del Commissariato. Ad acuire le proteste, in tempi recenti, l’apertura del primo cantiere; ora con l’inizio del nuovo intervento la situazione si è inasprita. «Da parte del Comune è stata proposta una nuova sede, in viale Umberto I, nei locali degli ex magazzini del Comune — conclude l’Ugl di Assisi —. Esprimiamo apprezzamento per l’impegno del sindaco, ma questa soluzione non ci piace per niente: lo abbiamo detto sin da quando è stata prospettata, lo ribadiamo ora con fermezza. Semmai ci preoccupa il silenzio del Ministero dell’Interno su questa vicenda».
Maurizio Baglioni
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