Bastia

Il Centrodestra ha paura di vincere

Lettera aperta al Popolo del Centrodestra

Assistendo alle varie dichiarazioni pubblicate dalla stampa in questi giorni in merito alle prossime elezioni regionali, mi sento di fare alcune considerazioni da sottoporre agli elettori di Centrodestra.
Oggi possiamo affermare, che il Centrodestra, dopo la sciagurata decisione di Silvio Berlusconi di chiudere l’esperienza del PDL, non esiste più. Questo, ha determinato la polverizzazione in varie componenti che si sono proposte sotto varie sigle che non sto qui a elencare perché tutti le conoscono; il problema è che la maggior parte degli elettori ha perso la fiducia in questa classe dirigente ed ha deciso di rifugiarsi nell’astensione, solo pochi hanno seguito coloro (i quadri organizzativi del partito) che nella nascita di nuovi soggetti hanno intravisto l’apertura di spazi da occupare (leggasi poltrone). Poltrone effimere ed evanescenti perché divisi non si va da nessuna parte, non si vince e non ci saranno posti da occupare o ce ne saranno pochi.
Poltrone che devono servire a mettere la Politica al servizio della comunità e non garantire un lauto stipendio a qualcuno. Non vorrei che la recente clamorosa se pur meritata vittoria di Romizi a Perugia abbia annebbiato le menti di coloro che oggi hanno la responsabilità di dirigere i partiti di Centrodestra in Umbria e li faccia illudere di essere diventati “un’armata invincibile”.

A Perugia ha perso Boccali e il Centrodestra ha vinto per abbandono; al ballottaggio gli avversari non si sono presentati e Romizi non ha vinto per le oculate scelte e strategie della dirigenza di Centrodestra ma perché, come nel calcio, se la squadra avversaria non si presenta la partita, pur non giocata, assegna la vittoria a tavolino alla squadra che scende in campo.  Questo non significa che il Centrodestra a Perugia non possa fare bene, anzi sono certo che Romizi abbia tutte le carte in regola per fare il bene della città.

Sembra che l’esempio dei comuni “strappati al Centrosinistra” dal 2005 in avanti, dopo decenni e decenni di governo continuato dello stesso colore, non abbia insegnato nulla a chi deve decidere come presentarsi alle prossime regionali. Quelle vittorie non sono state il frutto del caso, ma delle strategie messe in campo da qualcuno, qualcuno che oggi continua ad indicare una strategia vincente, ma che nessuno ascolta, qualcuno che sembra predicare nel deserto anche se le sue campagne elettorali sono risultate sempre vincenti. Strategie che hanno saputo raccogliere il malcontento della gente stanca del malgoverno di sinistra convogliando il consenso su gruppi di persone, alcune nuove alla politica, in grado di rappresentare un cambiamento e che da subito davano un’immagine di compattezza e competenza in grado da lasciar intravedere una concreta possibilità di vittoria catalizzando quindi il “voto mobile” che decide solo quando si reca al seggio per chi votare.

Ognuno ha la sua ricetta, ognuno mette i propri paletti: primarie sì, primarie no, tavoli di confronto, caminetti, benestare di Roma, ecc. ecc. . Tutte cose che continuano a ingrossare le fila del “non voto” che faranno si che probabilmente molti, dopo le elezioni, saranno generali senza esercito perché la gente li avrà abbandonati e non sarà andata a votare. So già che quei generali proveranno a cantare vittoria o a dire chi ha perso più o chi ha perso meno guardando alle percentuali la cui somma alla fine darà sempre il 100%, anche se gli elettori saranno sotto il 40% come avvenuto domenica scorsa in Emilia Romagna.

Alle regionali, non essendoci il ballottaggio, per vincere non serve raggiungere il 50% più un voto. Per questo motivo oggi ci sarebbero le condizioni affinché alla Regione dell’Umbria si produca un’alternanza di governo. La condizione indispensabile è che il Centrodestra si presenti unito candidando Claudio Ricci alla presidenza insieme con una squadra valida composta di soggetti provenienti dai partiti che sappiano portare la necessaria esperienza, ma anche di persone provenienti dalla società civile per inserire nell’attività amministrativa i problemi che interessano le persone che spesso i politici non riescono più a vedere.

Dobbiamo puntare dritti alla vittoria lasciando in secondo piano i risultati delle singole componenti dell’alleanza che vanno analizzati dopo la vittoria. Magra consolazione sarebbe per un partito poter racimolare qualche decimale di percentuale in più, magari perdendo comunque voti in termini assoluti, trovandosi poi all’opposizione anziché al governo della Regione.

Questa volta il Centrodestra può vincere se riesce ad adottare una strategia valida che aggreghi intorno a Claudio Ricci oltre ai Partiti anche quei Movimenti Civici che in tutti i comuni vinti dal Centrodestra sono stati determinanti. Le persone che sanno mettere in campo questa strategia ci sono: ascoltatele altrimenti la mia conclusione e quella di tanti elettori di area che non andranno a votare sarà quella del titolo.

“Il Centrodestra non vuole vincere”

Francesco Fratellini
Vicesindaco Bastia Umbra

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