BASTIA UMBRA – Lo pensavano in tanti che la giunta presieduta da Francesco Lombardi, giunta al capolinea di cinque contestatissimi anni e dopo la rinuncia a ricandidarsi del sindaco uscente, si sarebbe appartata silenziosamente e avrebbe lasciato il campo a discorsi impostati sul futuro, alla competizione tra altri concorrenti politici. Neanche per sogno. Forse chi ne faceva parte lo avrebbe sperato, desiderato, voluto, ma le cose fatte male sono state tante e di tale portata che oggi quegli stessi uomini sono richiamati, anche “in articulo mortis”, dalla popolazione a rendere conto.
Riesplode il caso ex Deltafina. Qui la partita è grossa. Ci sono in ballo miliardi, mica bruscolini. C’è chi ci sta rimettendo la faccia e la reputazione. Nulla di simile aveva visto Bastia nella sua storia. L’amministratore di Bastianova, la ditta divenuta proprietaria del complesso del tabacchificio, ha sparato ad alzo zero contro l’amministrazione Lombardi responsabile, a suo avviso, di tali e tanti ritardi nell’ attuazione del piano edilizio, da aver provocato danni economici all’impresa stessa che ha annunciato di ricorrere in tribunale per ottenere un risarcimento milionario. Il sindaco Lombardi rovescia le accuse contro Bastianova che non avrebbe dato corso agli impegni assunti nella convenzione. Come si sa tutta l’operazione del piano di ristrutturazione dell’immobile ex Deltafina ruota su un progetto che vede insieme un ente pubblico (il comune di Bastia), e una impresa privata (Bastianova), i quali diventano i soggetti attuatori, operanti con medesimi fini. E invece che succede? La società si sfascia tra accuse reciproche di infedeltà e miseramente naufraga in mezzo alle carte da bollo e agli avvocati. E siamo alle prese non con un pezzo qualsiasi del territorio di Bastia, ma con una delle zone più pregiate che esistono in Umbria, che si specchia nel verde e nel fascino del paesaggio agrario di Assisi, rimasto intatto nei secoli, elevato per questo al rango di patrimonio mondiale dell’umanità. Ma tutto questo a lor signori non gliene può fregare di meno. Dovete sapere che la piscina Eden Rock è stata rasa al suolo per far posto ad un parcheggio di 900, dicesi novecento, posti macchina di un costruendo centro commerciale. Neanche fossimo all’aeroporto di Fiumicino.
Autori di questo bel finale da melodramma sono quelle persone che cinque anni fa avevano promesso una guida stabile per Bastia, che avrebbero messo il turbo alla sua economia, al piano regolatore rivisitato, che non si sarebbero dimenticati dei problemi della gente comune. Invece, per prima cosa, hanno cominciato subito a farsi la guerra. E che guerra! Marchi, alla sua maniera, pretese da Lombardi il posto di Criscuolo, che quindi dall’assessorato ai lavori pubblici venne rispedito negli uffici amministrativi della Asl, “che è meglio”; la Silvestri fu allontanata per far posto all’urbanistica ad Antonini, il quale fu poco dopo segato perché doveva entrare l’architetto Falcinelli. Insomma una decimazione.
Alla scuola comunale di musica alcuni docenti hanno denunciato un pastrocchio nella formazione delle graduatorie dei docenti. Hanno presentato ricorso al TAR che,  ha dato loro ragione.
A Costano gli abitanti di uno storico vicinato vicino alla segheria, si sono visti sconvolgere la loro secolare tranquillità da un mostruoso capannone industriale lungo ottanta metri, che stride con i campi e la natura circostanti, e per arrivare al quale non c’è neanche una strada. La farà, si dice, il comune e devasterà orti e proprietà private che saranno espropriati. Per questo un cittadino è ricorso al TAR che, per il momento, ha imposto uno stop. Ma gli stabilimenti di quelle dimensioni non si devono insediare nelle zone industriali, come da piano regolatore? Eh, si fa presto a dirlo. Per qualcuno sì, per altri forse. Secondo quello che pensano i ras del regime, che covano le vendette e non se ne vogliono andare.
Loro dicono. Ma questa volta i cittadini di Bastia hanno aperto gli occhi, ne siamo sicuri. Il loro orgoglio ha avuto un sussulto. Intere famiglie dicono basta, cambiamo Bastia, mandiamoli a casa. Dell’aria nuova del buon Criscuolo, la gente non sa che farsene. Troppo bucolica, troppo arcadica. Qui ci vuole un uragano, un tornado di voti per Stefano Ansideri, che spazzi via gli incompetenti, che disperda gli acchiappini di voti, le consorterie affaristiche, i porborse e i portaordini, gli arrivisti e gli arroganti, quelli che vogliono Bastia e i bastioli ai loro piedi.
All’erta cittadini, non mollate il desiderio di cambiamento che sale dal basso. In attesa degli eventi questi tipi, furbi come sono, stanno tutti acquattati dietro a Criscuolo, il salvatore, che, poverino, dice di non vederli.
Lui, il “re travicello”.


Antonio Mencarelli

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