La bandiera Marchetti: «Calma, per la D è lunga… E le antagoniste sono forti»
Capolista spettacolo L’entusiasmo di una piazza affamata di grande calcio:«Al rientro da Campitello i tifosi ci hanno accolto con fumogeni e striscioni»
BASTIA UMBRA –Chi può dire se questo è il Bastia più forte di sempre?«Non posso parlare del passato,ma delle mie sei stagioni in biancorosso questa è tra le squadre più forti nelle quali ho avuto il piacere di giocare», ammette Alessandro Marchetti. Al quale non piace l’idea di sbilanciarsi troppo sul confronto generazionale tra passato e presente,ma al quale non dispiace nemmeno scrutare i numeri di un’annata sin qui a dir poco straordinaria. Numeri che indicano chiaramente come la compagine di Scarfone possa ambire a quel sogno chiamato Serie D che troppe volte in passato è sfumato sul più bello. «Ricordo di campagne acquisti importanti e di organici di assoluto valore – spiega Marchetti –ma ogni volta ci mancava qualcosa per completare l’opera. Solo in un’occasione abbiamo raggiunto i playoff nazionali, senza riuscire ad andare oltre.Quest’anno forse è tutto diverso,ma se volete chiedermi
come andrà a finire, beh, ripassate tra un mese e mezzo e vi saprò dire di più».
CORSA LUNGA -Al sole che in questi giorni irradia la verde Umbria il Bastia si gode il caldo “fuori” stagione guardando tutti dall’alto verso il basso, ma con il cruccio di non aver ancora fatto quel vuoto dietro di sé che alcuni avrebbero auspicato. «Abbiamo antagoniste agguerrite – aggiunge il centrocampista – la Narnese in casa viaggia ad un ritmo infernale e fino a questo momento ha mostrato qualche segnale di cedimento solo in trasferta. La Tiberis viene da un filotto straordinario di sette vittorie consecutive pur a fronte di un mercato di dicembre particolarmente volto al sacrificio,visto che ha ceduto pezzi da novanta (Marri su tutti) per prendere gente giovane. Però il calcio è anche questo e fino a che la matematica tiene aperti certi scenari è sempre meglio andare cauti e rispettare tutto e tutti ». L’allungo decisivo, però, potrebbe essere questione di poche settimane: «Direi che le sfide di inizio febbraio con Casacastalda e Tiberis potrebbero davvero rivelarsi decisive, ma prima ci sono San Sisto e Real Virtus e sarà bene non andare troppo in là col pensiero».
ANNO MAGICO-Bandiera in campo e fuori, bastiolo doc e legatissimo a tutto l’ambiente biancorosso, Marchetti sta vivendo al pari dei compagni un piccolo grande sogno ma non è il tipo a farsi prendere troppo per la gola. «Nella vita ho imparato a tenere i piedi ben piantati al terreno – sottolinea – ho ricevuto qualche bastonata di troppo, specie nella mia avventura calcistica,e quindi preferisco andare sempre e comunque per gradi. La sensazione, invero, è che questo possa essere l’anno buono, ma è presto per dirlo». Il cima che s’è creato all’interno dello spogliatoio,però, autorizza un po’ a sognare.«Non parlo mai troppo volentieri dei nostri “segreti”, sono un tipo che sta sulle sue e anche con la stampa centellino sempre le parole. Però quest’anno stiamo vivendo qualcosa di eccezionale. Ci divertiamo,usciamo spesso a cena, si è creato un legame di grande coesione e stima reciproca. E poi con quei due “matti” là davanti…». Chiaro il riferimento alla coppia partenopea composta da Pica e Borrelli. «Due fenomeni dentro e fuori dal campo. Anche se qualche volta non riusciamo nemmeno a capire che cosa dicono perché parlano in dialetto e servirebbe un interprete…». Mentre non serve un dizionario per comprendere le parole di Scarfone, definito da Alessandro «uno dei migliori allenatori che ho avuto, forse al pari di Cocciari al quale sono rimasto molto legato. È un tecnico preparato ed attento, ma è soprattutto una grande persona che non ti fa mai mancare nulla, specie se hai bisogno di qualcosa.Non abbiamo un rapporto chissà quanto speciale: ci limitiamo alla sfera professionale, ma lavorare con lui è molto gratificante». Di certo Marchetti ha molte più cose in comune con i tifosi bastioli, nonché suoi compaesani: «Una piazza sprecata per l’Eccellenza. Domenica, di ritorno dalla trasferta di Campitello, c’hanno accolto allo stadio con fumogeni e stris ioni. Roba da brividi,ma questa è la Bastia che amo e questo è ciò che Bastia può offrire al calcio. Il resto, giudicatelo voi».
di ROBERTO BARBACCI
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