Marco Rinaldi è un arboricoltore che si arrampica sugli alberi grazie a un sistema di corde
Operazioni di taglio e abbattimenti controllati sono solo alcune delle attività che insegna
di MARIA VITTORIA VESTRELLI
Bastia Umbra-Il barone rampante non è solo il secondo capitolo della trilogia araldica di Italo Calvino, ma è anche la realizzazione del sogno di un uomo che della tecnica e dell’amore per la natura ne ha fatto un mestiere. Arboricoltore con un curriculum di tutto rispetto, con certificazioni europee di tree climber (sale sugli alberi in sicurezza tramite un sistema di corde, detto teleferiche) e corsi di aggiornamento, Marco Rinaldi è esperto di potature di grandi alberi e abbattimenti controllati in ambito urbano, svolge attività di servizi e consulenze presso privati ed Enti pubblici. Collabora con le facoltà di Agraria delle università di Perugia e Viterbo, è titolare della ditta individuale “Il barone rampante” di Bastia Umbra e presidente dell’associazione per la tutela degli alberi “Alberi maestri”, nonché istruttore. Ha curato interventi su diversi alberi monumentali tra cui anche il cedro del Libano presso il rettorato dell’università di Perugia.
Come il barone Cosimo Piovasco di Rondò, fin da ragazzo aveva l’abitudine di arrampicarsi sugli alberi. “Mia madre era l’unica che sapeva dove cercare il proprio figlio, e cioè sopra gli alberi. La passione e la curiosità con il tempo crescevano fin quando a 17 anni ho cominciato a salire con la motosega per tagliare i rami secchi. Fortunatamente dopo poco tempo mi sono reso conto che se volevo continuare a intraprendere questa attività, avre dovuto cominciare a studiare le piante e il modo per rendere sicure le operazioni di potatura”. Così è cominciato un percorso non solo tecnico e operativo, fatto di pratica sul campo, ma anche di studio e ricerca che l’hanno portato ad essere uno dei 70 operatori certificati a livello europeo. “Sono l’anello mancante fra l’operaio e lo studioso, e sono in continuo aggiornamento”. “Potare gli alberi – spiega Rinaldi – è un’operazione molto complessa e che purtroppo in pochi sanno fare. I rischi di un taglio non corretto può essere molto pericoloso per l’uomo. Quando si sente parlare di alberi killer, quelli che per il forte vento o la piaggia cedono, non sono altro che il risultato di una cura sbagliata. Purtroppo le conoscenze della maggior parte delle persone che operano in questo campo è rimasta incompleta. Il tempo passa ma nessuno si aggiorna. E’come pensare di curare ancora ai giorni nostri con i metodi di una volta, come ad esempio i salassi”. “Torino – continua Rinaldi – è l’unica città in Italia che si è dotata di un piano del verde per la gestione delle alberature stradali e con esperti con tanto di codice operativo. Tutto questo dopo che il Comune dovette rispondere per la morte di un uomo”. Rinaldi mette anima e corpo per la formazione degli altri: “Mi sono chiesto quanti alberi potessi tagliare da solo e la risposta non poteva che essere l’insegnamento, includendo le generazioni più giovani”. La filosofia di Rinaldi è racchiusa in una frase: “Non chiedere la strada a chi la sa ma a chi la cerca come te”.