Bastia

II viaggio di Portella

Protagonista dello spettacolo un don Chisciotte del 2005 che per fuggire alla vita di tutti i giorni si rifugia nella fantasia


LUCIA PIPPI


BASTIA UMBRA – E’ un viaggio. Un cammino che ogni uomo compie. Lo fa partendo da quello che prova. Un dolore, un’oppressione, quella monotonia di tutti i giorni. Ma c’è una via di fuga. La pazzia. E’ questa in estrema sintesi la trama della sfilata del rione Portella per l’edizione 2005 del Palio di San Michele Arcangelo. Una sfilata dal titolo “L’incanto del cavaliere don Chisciotte”.
La trama è molto semplice. Un uomo, uno qualunque, una persona normale, si sente frustrato dalla monotonia della propria vita. E questa sua condizione lo porta ad impazzire. Si traveste da don Chisciotte e comincia a girare il mondo alla ricerca di prove e di sfide da lanciare. Le sue sono le battaglie di ogni uomo moderno. La prima è quella con le trivelle del petrolio che per questo nostro cavaliere hanno preso il posto dei mulini a vento. Un viaggio che va oltre la paura e oltre alle difficoltà di ogni giorno. Ci sono poi i vari incontri che il don Chisciotte del 2000 deve superare.
In questo viaggio solitario, in questa fuga dalla monotonia di tutti i giorni, dal tramonti che si succedono alle albe, sempre alla stessa identica maniera, il nostro eroe si trova a dover compiere battaglie più grandi di lui, perse ancora prima di essere combattute. Ce n’è una in particolare. Ad un certo punto incontra alcune persone che scelgono di vivere nella monotonia di ogni giorno e nella propria vita. Ne nasce una nuova battaglia, stavolta con le urne elettorali e con le schede.
Ma il viaggio termina. Don Chisciotte si ritrova da solo nella sua stanza. Quella da dove è iniziato il viaggio. E’ solo, si sente ridicolo con una scopa in mano, come se fosse la sua spada, e con uno scolapasta in testa al posto dell’elmo da cavaliere. E’ solo. A questo punto non può far altro che scegliere: tornare a vivere oppure continuare a cibarsi delle sue fantasie e a vivere una vita irreale completamente dentro la fantasia. Don Chisciotte non ha nessun dubbio: la fantasia.
Uno spettacolo che si basa quindi sulla vita di ognuno di noi e sulle sua eterna sfida alla monotonia. Una sfida che si può vincere solamente rifugiandosi nella fantasia.
La rappresentazione del rione Portella è stato ideata da Luca Sargenti, che ha curato anche la regia, scritta da Luciano Falcinelli. L’aiuto regia è di Simone Frascarelli e per la scenografia e per tutto il resto ci si è affidati alla volontà e alle capacità di tutto il rione Portella.

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