Bastia

I vertici di Codep ai domiciliari

Mencarelli di nuovo libero. L’ex assessore

— PERUGIA —
I VERTICI della Codep escono dal carcere e passeranno il Ferragosto a casa, ma comunque ‘reclusi’. Il Tribunale del Riesame ha deciso sullo scandalo di Bettona che aveva «decapitato» il Consiglio d’amministrazione della cooperativa che gestisce il depuratore. Il collegio, presieduto dal giudice Paolo Micheli, ha concesso gli arresti «domiciliari» al presidente e al vicepresidente della cooperativa Graziano Siena e Giovanni Mattoni, ai due consiglieri d’amministrazione Rinaldo Polinori e Nicola Taglioni. Il Riesame (a latere Francesca Altrui e Daniele Cenci) ha poi deciso che resta ‘recluso in casa’ l’ex assessore all’ambiente del Comune di Bastia, Antonio Bagnetti, rigettando il suo ricorso. Libero, invece, l’imprenditore Massimo Mencarelli. Per quanto riguarda Susanna D’Amico, dirigente dell’Arpa, il collegio ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare a suo carico e ha dichiarato la cessazione di efficacia della misura interdittiva emessa nei suoi confronti dal gip Claudia Matteini. Quando, infatti, la D’Amico si era rivolta al giudice per le indagini preliminari chiedendo la scarcerazione (per lei il pm aveva ottenuto i «domiciliari»), aveva visto accolta la sua richiesta salvo però che la Matteini aveva stabilito per la 49enne di Spoleto, responsabile della sezione territoriale Arpa di Assisi-Bastia, il divieto di esercitare le funzioni cui era preposta. Divieto che è stato «cancellato» dalla sentenza del Riesame. Non si conoscono ancora i motivi per i quali Mencarelli è tornato libero: solo dalle motivazioni, infatti, si saprà se per l’imprenditore non esistono a parere dei giudici i gravi indizi di colpevolezza o se il collegio non ha ravvisato per lui le esigenze di custodia cautelare.

IL RIESAME, così decidendo, sembra aver confermato l’impianto accusatorio ritenendo, però, che non esiste al momento la necessità della custodia cautelare in carcere, ma che siano sufficienti (almeno per una parte degli indagati) i «domiciliari». Ieri (fin nel tardo pomeriggio) sono stati notificiati i dispositivi che contengono le decisioni del Riesame.

PER LE MOTIVAZIONI che hanno spinto i giudici a muoversi secondo tale linea, sarà necessario aspettare alcuni giorni. Il collegio ne ha cinque, anche se non si tratta di un termine «perentorio». Le «ragioni» del presidente Micheli e dei due giudici a latere dovrebbero essere rese note, quindi, al massimo martedì. E sarà un’indicazione interessante per valutare la «consistenza» delle accuse passate al vaglio di un giudice terzo. «Sono soddisfatto — ha commentato a caldo l’avvocato Alessandro Bacchi (che fidende Siena, Polinori, Mattoni, Taglioni e Mencarelli) — perché sono convinto che si sia contribuito a fare giustizia. Ora mi riservo di vedere le motivazioni della decisione e non escludo di presentare ricorso in Cassazione».

L’UDIENZA davanti ai collegio si era tenuta lunedì ed era durata più di cinque ore: gli indagati erano tutti presenti, tranne Polinori che aveva scelto di non partecipare per evitare i «clamori». Gli avvocati difensori (Alessandro Bacchi, Francesco Falcinelli, Franco Libori e Franco Pirami) avevano sostenuto l’estraneità dei loro assistiti ai fatti contestati dal pubblico ministero Manuela Comodi. «Abbiamo contestato l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza partendo dalla premessa dell’inchiesta: gli effluenti dagli allevamenti suinicoli non sono rifiuti e quindi viene meno il senso giuridico della maggior parte delle accuse. Tanto più che non c’è alcuna possibilità di inquinamento delle prove: i soci Codep si sono dimostrati disponibili a collaborare con i carabinieri ogniqualvolta si è reso necessario. Ed è anche chiaro — concludono gli avvocati — che non esiste pericolo di reiterazione del reato». Ai giudici del Riesame sono state presentate pagine e pagine di memorie difensive capaci, secondo le difese, di chiarire la posizione di ciascuno degli indagati.

SECONDO i carabinieri del Noe gli inquisiti avevano dato vita a una «organizzazione dedita al traffico illecito di rifiuti speciali non pericolosi costituiti dagli effluenti della depurazione principalmente di reflui zootecnici di origine suinicola». Tra i reati, contestati a vario titolo, l’associazione per delinquere, l’avvelenamento delle acque, il disastro ambientale e il falso.
Annalisa Angelici

Exit mobile version