Bastia

I partiti in guerra e la pace di parte

Il calcio d’agosto è bugiardo, si sa. La politica no. Tutt’al più va in ferie e sparisce dalla circolazione. Dopo il ferragosto di solito si rimette, pian piano, in moto tra dichiarazioni in libertà e qualche presa di posizione seria. E’ quello che sta succedendo in questi giorni con qualche impennata qui e là che preannuncia il clima caldo, quello che accompagna di solito l’individuazione delle candidature. Prima di rivivere quell’atmosfera con i tagliatori di testa all’ opera, ci sarà una ripresa settembrina con le scuole di formazione politica, quella neonata del Pd tra Cortona e Castiglione del Lago e quella, ormai storica, di Forza Italia-Pdl a Gubbio. Intanto in giro per l’Umbria si celebrano le feste del Pd che non hanno più l’appeal delle antenate feste de l’Unità ma dove comunque si continua a discutere di tutto, anche di un partito che c’è ma non c’è, di un partito sempre più lacerato da nord a sud, con amministratori che si sfilano e prendono le distanze dalla linea politica. I più saggi si rendono conto che questa regione potrebbe non essere più quella roccaforte dove il potere e il consenso erano in un certo senso cristallizzati e quindi immuni da pericoli e rischi.
Certo, tutto dipenderà da quale alternativa si riuscirà a costruire, se l’opposizione riuscirà a togliersi di dosso quell’ abito di combriccola di dilettanti allo sbaraglio e presentarsi all’elettorato con un progetto di governo. Il buon senso oltre che l’intelligenza politica avrebbero imposto al centrodestra, non oggi, neppure ieri, ma sicuramente l’altro ieri, di ragionare su chi candidare e quale programma presentare quanto meno nelle città più importanti della regione.
Così non è stato in passato e così non è ora. Tanto vale voltare pagina, e constatare che se il Pdl è ancora assente, il Pd continua, anche se non ha ancora spento la prima candelina, a farsi del male. Due-tre i fatti degni di nota: il primo si consuma a Bastia Umbra dove al primo cittadino Lombardi in sostanza è stato consigliato di non ricandidarsi per il mandato bis. Non succede quasi mai che a un sindaco non viene permesso di fare la seconda sindacatura, anche se è vero che la maggioranza bastiola che l’ha sostenuto un giorno sì e l’altro pure si è cimentata con il tiro al piccione. Il secondo avviene a Terni: i radicali del Pd presentano un’interrogazione parlamentare sull’inceneritore e mettono sott’accusa sindaco e vertici Asm. Al di là dei contenuti dell’atto, che trattando anche di salute non dovrebbe rispondere a criteri di appartenenza partitica, Raffaelli è insorto parlando in una lettera stizzita di “fuoco amico”. Senza spostarsi dal secondo capoluogo, ecco che il Pd vorrebbe sostituire le circoscrizioni, di cui la finanziaria Prodi ha ordinato l’eliminazione o la drastica riduzione, con i municipi. Della serie cambiano i nomi ma le poltrone restano. Uscendo dal terreno squisitamente politico, in coda è preferibile spostarsi su un campo più ludico proprio ora che siamo alle battute finali delle olimpiadi e alla vigilia della ripresa dei campionati di calcio. Ha tenuto banco nel mese la proposta di legge sulla detassazione dei premi olimpici che per la verità sembra più uno spot buonista che una richiesta sensata perché i valori dello sport non si dovrebbero mai e poi mai monetizzare e perché, onestamente, chiedere norme ad hoc di sgravi fiscali per una certa categoria di persone, pur se atleti, significa discriminare quelli che non fanno sport e soprattutto non rispettare coloro che tutti i giorni sono costretti a fare i conti con le difficoltà economiche. Insomma la gente non arriva a fine mese, i redditi sono sempre più poveri, aumentano le famiglie che chiedono aiuti per comprare i libri o pagare l’affitto. E c’è chi pensa a detassare i premi olimpici…
Restando sempre nello spirito dei cinque cerchi, come non condividere la critica di Massimo Monni, capogruppo di Forza Italia al Comune di Perugia, all’assenza, ingiustificata, della Tavola della pace alla manifestazione di Assisi in difesa dei diritti umani e di solidarietà per il Tibet? Flavio Lotti, il coordinatore nazionale, che inonda le redazioni di comunicati che invocano la pace e passa il suo tempo a organizzare marce e conferenze aventi ad oggetto lo stesso tema, ha disertato l’iniziativa di Assisi quasi a dimostrare che c’è difesa e difesa dei diritti umani, c’è una pace che va bene e un’altra per cui non vale manco la pena di scendere in piazza. Ma per favore, un po’ di coerenza e di decenza. E soprattutto ci siano risparmiati i pistolotti sulla pace “buona”, con la speranza che il “lavoro” di Lotti per quel tipo di pace sia fatto a gratis e non con i soldi pubblici.
In conclusione, una curiosità. Esiste da decenni una manifestazione di moto storiche, la Milano-Taranto, che è organizzata da un club di San Martino in Colle. Il patron è Franco Sabatini che con una passione incredibile e un’energia illimitata si prodiga per la riuscita della kermesse. Bene, questa manifestazione che richiama centinaia di sportivi e accompagnatori da tutto il mondo e che permette di far conoscere in duemila chilometri la Penisola intera non attraversa l’Umbria. Che altro dire?


Anna Mossuto
anna.mossuto@edib.it

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