Assisi Studioso e insegnante

di GIOVANNI ZAVARELLA

ASSISI – La provincia serafica dei Frati minori dell’Umbria, la Custodia di Terra Santa e la famiglia ricordano frate Emanuele Testa, nato il 20 febbraio 1923 a Maceratola di Foligno e spentosi lo scorso mese a Santa Maria degli Angeli. Aveva 87 anni di età, 71 di professione religiosa e 63 di sacerdozio. Studioso di alto profilo internazionale, ha insegnato presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme nel 1957, e fu nominato professore ordinario di esegesi dell’Antico Testamento e di Teologia biblica nel 1965. Poi ha speso la sua competenza indiscussa in qualità di professore ordinario del-la Facoltà di Teologia ed ha ricoperto la carica di vice rettore per tre trienni. Mantenendo l’insegnamento in Gerusalemme, dove ha prestato con amo-re, fedeltà e dedizione il servizio d’insegnamento e di ricerca per ben 35 anni.
Innumerevoli sono state le pubblicazioni di padre Emanuele, tutte dense di contenuti e molto apprezzate. Molte le onorificenze civili ricevute, tra le quali quella di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana (1967). E’ stato inoltre membro dell’Accademia dei Lincei. Infine, moltissimi l’hanno conosciuto attraverso le sue catechesi trasmesse da Radio Maria. Padre Alviero Niccacci ebbe a scrivere per il 70° compleanno nel 1993: “Gli interessi e l’attività di padre Testa – scrive – hanno assunto una svolta quando, insieme al con-fratello archeologo padre Bellarmino Bagatti, scoprì a Nazaret le testimonianze archeologiche del culto di Maria nella sua patria e nella sua casa, presso la grotta dell’Annunciazione. La presenza – scrive Niccacci – di un luogo di culto di tipo sinagogale ma chiaramente cristiano e mariano e precedente la chiesa bizantina a Nazaret, pose il problema dell’identità della primitiva comunità cristiana presente sui luoghi venerati prima dell’arrivo dei bizantini al tempo di Costantino. Tracce umili ma preziosissime della loro presenza vennero alla luce – conclude Niccacci – oltre che a Nazaret, a Gerusalemme sul Monte degli Ulivi e anche a Cafarnao, grazie agli scavi dei confratelli padre Virgilio Corbo e padre Stanislao Loffreda”.

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