Urban lab ha presentato in sala consiliare i risultati della prima fase partecipativa con le analisi e le proposte

BASTIA UMBRA Una sala consiliare gremita ha assistito giovedì sera alla serata conclusiva della prima fase di Urban Lab, il laboratorio urbanistico partecipato propedeutico alla revisione del Piano regolatore cittadino affidata al team di architetti degli studi Foa di Milano e Arco di Caravaggio.Dando il benvenuto al “pubblico delle grandi occasioni”, nella sua introduzione il sindaco Stefano Ansideri ha espresso soddisfazione per l’ennesima risposta positiva dei cittadini a un progetto in cui “l’amministrazione ha creduto fin dall’inizio e che sta dando buoni frutti”, mentre il vicesindaco Francesco Fratellini, assessore all’edilizia e all’urbanistica, ha dettato la tabella di marcia per le aree Franchi, San Marco ed ex mattatoio. E’ seguito quindi l’ampio resoconto dell’architetto Marco Castelli,
frontman del team di Urban Lab, che ha illustrato ai cittadini il resoconto della prima fase “Conoscere Bastia”, iniziata lo scorso luglio e terminata il 21 dicembre.
Accolto la scorsa estate fra molte perplessità, l’ambizioso progetto partecipativo ha via via conquistato la fiducia dei cittadini, che hanno partecipato con crescente entusiasmo al racconto della città di ieri e oggi costruendo “sogni” per la Bastia di domani, guadagnando anche il placet delle forze politiche di opposizione.Attraverso la collaborazione di 119 cittadini, che hanno compilato altrettanti questionari,il team di Urban Lab ha potuto rilevare che tra le maggiori problematicità percepite dai cittadini sono ai primi posti la viabilità, sicurezza, dissesto delle strade, mancanza di spazi verdi e aggregativi, l’esigenza di riqualificazione del centro storico e del territorio.
Sara Caponi

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  • ” …le maggiori problematicità percepite dai cittadini sono ai primi posti la viabilità, sicurezza, dissesto delle strade, mancanza di spazi verdi e aggregativi, l’esigenza di riqualificazione del centro storico e del territorio.”
    Gli ingegneri, geometri e urbanisti che negli anni hanno lavorato in comune o con il comune, ora pasciuti e ben nutriti a forza di progettare palazzine mezze vuote ed edifici residenziali con negozi sottostanti in pieno centro, pure quelli mezzi vuoti, non sono riusciti a capirlo, ce voleva uno de bergamo per riconoscere le ovvietà.

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