di
Marco Fortebracci*
Dalla seconda metà di questo anno 2007, a Bastia Umbra si sta vivendo un periodo storico alquanto travagliato sia dal punto di vista politico che sociale.
Il campanello di allarme sono l’insorgere di comitati cittadini che, in maniera democratica e apartitica, si costituiscono per protestare contro le scelte fatte dall’amministrazione comunale. Dal canto suo l’amministrazione comunale, a priori, ha subito giudicato i comitati popolari come “succursali dei partiti di minoranza”, prima ancora di conoscere le vere richieste dei cittadini.
Per tutta l’estate abbiamo assistito alla raccolta di firme concernente la petizione popolare contro le decisioni prese dall’amministrazione comunale nell’area ex Deltafina e il sottopasso in Via S. Rocco. A questo si sono susseguite varie manifestazioni popolari, come la marcia di protesta e la manifestazione presso il passaggio a livello in Via S. Rocco. In un futuro prossimo, farà seguito l’assemblea pubblica del 22 novembre p.v. organizzata dai due comitati cittadini, nel quale ci sarà un confronto tra la popolazione, l’amministrazione e i consiglieri comunali di maggioranza e minoranza.
Il 12 novembre il nuovo Partito Democratico ha rilasciato una dichiarazione nei quotidiani, nella quale denuncia che “l’interesse particolare” (personale) prevarica “l’interesse generale” (collettività) con la conseguenza di cadere nell’anarchia scambiata per libertà, dove ognuno dice la sua portando alla distruzione dei valori, dell’etica e della comunità.
Ora io non so chi ha scritto questa dichiarazione, visto che la firma è “Partito Democratico”, ma vorrei precisare, come libero cittadino, che la lettura della realtà che oggi si vive a Bastia, così intesa mi sembra molto distorta.
Innanzitutto vorrei ricordare la definizione di BENE COMUNE, che è un principio assoluto per un paese democratico e per chi fa’ politica: “ .. negli uomini investiti di autorità pubblica sia presente ed operante una sana concezione del bene comune; concezione che si concreta nell’insieme di quelle condizioni sociali che consentono e favoriscono negli esseri umani lo sviluppo integrale della loro persona.
Alla luce di questo principio, mi domando se la demolizione della piscina “Eden Rock” rientra nell’interesse popolare o in quello generale; oppure, se oggi è più importante aumentare le volumetrie commerciali o le volumetrie degli edifici scolastici. Inoltre vorrei precisare che la protesta per il sottopasso in Via S. Rocco, non ha intenti abrogativi, ma propositivi, in quanto i comitati propongono di effettuare prima il sottopasso in Via Irlanda in attesa di ridefinire al meglio il progetto per quello in via San Rocco senza escludere in esso il passaggio delle macchine. Mi sembra che la forma adottata dai comitati cittadini non sia un’azione anarchica intenta a far valere un interesse personale, anzi, una petizione popolare non è altro che una forma di protesta propositiva e democratica la quale ha nel suo intento la volontà di cercare un dialogo e un confronto tra cittadini e istituzioni, senza mitragliatrici o minacce di alcun genere.
Forse la cosa che spaventa gli amministratori locali, è il fatto che una azione popolare così vasta non si era mai vista a Bastia e che, per la prima volta, invita l’amministrazione comunale a rimettersi in discussione con se stessa, sulle proprie scelte “su quello che si è fatto” e “sul da farsi”.
*Vice Presidente – Comitato ex Deltafina
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