ARIA DI CRISI 



  • Sindacati pronti al confronto con le parti

  • Saranno chiusi stabilimenti a Napoli e a Bari

 
PERUGIA — Venti di crisi stanno soffiando sul gruppo Petrini, anche per quanto riguarda gli stabilimenti che hanno sede in Umbria. Dopo la ventilata razionalizzazione dei vari stabilimenti sparsi in tutta Italia, tra lunedì e martedì della prossima settimana è previsto un incontro a Roma con i sindacati di categoria per rivedere tutto il piano industriale.
La direzione aziendale ha infatti annunciato, per la parte produttiva, la chiusura degli stabilimenti di Caivano (Napoli) e di Modugno, in provincia di Bari. Intanto è previsto il ridimensionamento della capacità produttiva di Legnaro (Pd) e Pontestura (Al), con 42 esuberi. Quanto all’Umbria, anticipa Felice Danielli, Uila-Uil, si parla di accorpare e spostare alcune produzioni. Non ci sarebbero esuberi sul fronte degli operai, mentre la parte impiegatizia risulterebbe sopra di 20 unità. In un comunicato sindacale della Fai- Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil si legge che «il piano industriale di rilancio del gruppo Petrini fa leva sul criterio della saturazione della capacità produttiva del sito di Bastia, con il relativo spostamento delle produzioni del confezionato nel sito di Bastia, e sulla riorganizzazione delle funzioni amministrative fra le due strutture della società Petrini-Mignini». Al momento lo stabilimento di Bastia sarebbe al disotto delle potenzialità produttive (circa 60 per cento). Le leggi di mercato dicono che bisogna arrivare almeno all’80 per cento. 

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