Presentato il loro libro, pubblico attentissimo
Il magistrato Il procuratore nazionale antimafia si è detto ottimista
Il giornalista Fu bacchettato per aver parlato del fenomeno in tv
di MATTEO BORRELLI
BASTIA – Evento di assoluta eccellenza al cinema “Esperia” di Bastia, dove Pietro Grasso – procuratore nazionale antimafia, già procuratore capo di Palermo – e Alberto La Volpe (notissimo giornalista che, oltre ad essere stato direttore del Tg2, vice direttore del Tg3 e sottosegretario di Stato, ha rivestito per un decennio anche la carica di sindaco di Bastia) hanno presentato “Per non morire di mafia”. Il volume, un vero best seller, è un’intervista – efficacissima – di La Volpe el procuratore Grasso.
Introdotto dal sindaco di Bastia, Stefano Ansideri – che ha evidenziato l’importanza dell’avvenimento, visto che la presentazione del libro è avvenuta e avverrà solo nelle grandi città – l’incontro è stato coordinato da Giuseppe Castellini, direttore de Il Giornale dell’Umbria, che ha rivolto domande ad entrambi gli autori. Domande e risposte che si sono svolte davanti a un pubblico molto attento e che, al termine, è anche intervenuto con delle domande.
Il procuratore Grasso – giunto scortatissimo – ha esordito ricordando come, lui siciliano, del fenomeno mafioso (meglio, di “Cosa Nostra”, perché Grasso ha ricordato come, dopo anni in cui ci si era scervellati a capire da dove derivasse il termine mafia, fu spiegato da Buscetta che mafia non significa nulla, sono solo lettere, mentre la mafia si definisce e si percepisce a se stessa come “Cosa Nostra”) ha cominciato a capire i contorni reali solo leggendo i documenti di qual famoso pool antimafia di cui fecero parte anche Falcone e Borsellino e che istituì il maxiprocesso negli anni Ottanta. “Non dimenticherò mai, inoltre – ha detto Grasso – le deposizioni dei collaboratori di giustizia più importanti che la nostra storia abbia mai avuto, come Tommaso Buscetta e Totuccio Contorno”. Insieme a La Volpe, nel corso del dibattito ha quindi tratteggiato i contorni del fenomeno della criminalità organizzata, affermando tra l’altro che, se la mafia siciliana ha subito duri colpi e appare destrutturata rispetto al passato, intatta e pericolosissima è invece la ’Ndrangheta calabrese. E non sono mancati riferimenti importanti al rapporto tra mafia ed economia e tra mafia e politica, con riferimento anche al recente “papello” di Ciancimino.
Al termine, sia Grasso sia La Volpe (che ha ricordato di quando fu bacchettato da un presidente della Regione Sicilia per aver detto in tv che la mafia esiste) si sono dichiarati ottimisti sul fatto che la battaglia contro la criminalità organizzata possa essere vinta: “Bisogna parlarne e far restare vigili le coscienze”.
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