Botta e risposta tra Aristei e Tabarrini sul piano per le vendite
BASTIA UMBRA – Il commercio continua a far discutere l’amministrazione comunale di Bastia Umbra, soprattutto per quanto riguarda le grande superifici. Un dibattito che si esprime attraverso un botta e riposta tra il consigliere delle liste civiche, Rosella Aristei e l’assessore Andrea Tabarrini. “In materia la confusione della giunta è totale. Gia da giorni l’assessore Tabarrini faceva capire che era opportuno muoversi a Bastia per incidere sul tavolo regionale dove si discute la nuova legge sul commercio e ciò per poter sviluppare il nostro territorio con le medie e grandi superfici. A tal fine ha convocato i commercianti annunciando un documento della giunta che poi in assemblea non ha presentato. Ha però fatto capire chiaramente che il nostro territorio si deve sviluppare con nuove aziende grandi e importanti, per non rimanere indietro rispetto ad altri comuni vicini. Ha parlato di forte pressioni a Bastia per l’inserimento di nuove grandi superfici commerciali e ciò deve essere per tutti elemento di riflessione. Ma le due categorie, forse per la prima volta d’accordo, hanno contestato vivamente le ipotesi mal celate, visto che il documento promesso non c’era, dichiarando apertamente che i commercianti di Bastia non vogliono l’apertura di altre medie e grandi superfici. Vogliono la ristrutturazione delle aree dismesse, Franchi, Petrini, Deltafina, Mattatoio, ma con uno sguardo alla città , a partire dal centro storico, collegandolo con tutte le altre aree da recuperare. L’assessore Tabarrini smentisce però Rosella Aristei: “Difenderò l’operato di associazioni di categoria e operatori del settore attivi nel comune, che non dovranno essere svantaggiati da un piano del commercio regionale che preveda a Bastia Umbra attività concorrenziali rispetto a quelle già esistenti. Proprio per questo motivo è nata l’esigenza del confronto tra amministrazione e commercianti. Verificheremo la necessità di ampliare, mantenere o ridurre, se necessario, il numero delle licenze, confrontandoci con le associazioni di categoria”.
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