BASTIA Grandi manovre nel centrosinistra, nuovi conflitti e impreviste ipotesi di alleanze
La Margherita sul piede di guerra


BASTIA — C’è sempre qualcosa che non funziona per mettere in moto la grande coalizione di centrosinistra che, in sede locale, ha un consenso popolare di oltre il 60% dei consensi elettorali. Proprio a questo fine per rimettere in moto la «grande armata», che si era presentata divisa nell’ultima consultazione amministrativa del ’99, dalla scorsa estate tutti i soggetti politici (Rifondazione, PdCI, Ds, Sdi e Margherita) hanno dato vita ad un tavolo di consultazione. I lavori della prima fase, quella delle regole, si sono conclusi la vigilia di Natale con un documento firmato da tutti, ma non dalla Margherita. Sembrava una pausa di riflessione, ma il 23 dicembre il direttivo del partito, presenti tutte le componenti, all’unanimità ha deciso di non firmare il documento. Due i principali punti di rottura: l’assegnazione a tavolino di un assessore per ogni partito, a prescindere dal consenso elettorale, e l’impossibilità di rivedere il programma in corso d’opera, se due partiti sono contrari. La discriminante sarebbe la spartizione dei posti in giunta che, secondo la Margherita, non può prescindere dal peso elettorale di ogni componente. La Margherita spiegherà questa sua scelta in una conferenza stampa, la prossima settimana. Lo strappo, però, c’è e apre prospettive che sembravano imprevedibili. Infatti, il dissenso più evidente in questa fase non è con i Ds, ma con Rifondazione che ha proposto le regole. E pensare che negli ultimi due anni Rifondazione e una parte della Margherita, i Democratici, insieme allo Sdi avevano abbozzato un fronte comune alternativo all’egemonia diessina. Poi lo Sdi, nel settembre scorso, è rientrato nella maggioranza di governo e il segretario Tardioli è entrato in giunta. Anche Rifondazione, rimasta sola, ha abbandonato ogni radicalismo per trattare un’intesa che, alla luce dei fatti, si rivela difficile e infarcita di reciproche e irriducibili diffidenze.
M.S.


Pubblicato su “La Nazione del 28/12/2003


 

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