Con l’industria sono scomparse professioni “storiche”

BASTIA UMBRA – All’inizio della seconda metà del secolo scorso nessuno ipotizzava il declino di quattro grosse realtà industriali bastiole come l’officina, il pastificio, il pomodorificio e il tabacchificio. Erano tutte nate dal niente, ma grazie all’ingegnosità e alla determinazione dei bastioli, riuscirono ad impiegare alcune centinaia di dipendenti ciascuna portando “pane e benessere” anche agli abitanti dei paesi vicini. Parallelamente, mentre imprese minori iniziavano a crescere, andavano scomparendo invece le figure tradizionali di una Bastia plurisecolare, dal carrettiere alla lavandaia, dal traffichino alla meacciaia (colei che portava il sangue di suino appena ammazzato), dal castrino al “casengolo” la cui vanga è presente nello stemma del Comune. Non solo. Scompariva anche il gelataio che con il suo triciclo era sempre il benvenuto di adulti e bambini. Scompariva anche l’accalappiacani, il fornaciaio, impegnato estate e inverno a fare i mattoni con i sassi del “Chiagio”, la lattaia, che consegnava il latte fresco ogni mattina a domicilio, il fattore, che gestiva il podere dopo essersi formato al professionale agrario di Piazza Umberto I, il ferraiolo, che raccoglieva dì tutto nel suo carretto. Ma anche il sensale, ovvero il mediatore nella vendite di bovini e suini, e il medicone, una sorta di “stregone” fai da te, che provvedeva a curare tutte le malattie degli uomini e degli animali. Insomma, nella gran parte dei casi, si trattava di mestieri duri, che richiedevano una dedizione totale, dall’alba al tramonto, senza risparmio alcuno, con la conseguenza che spesso la salute dei lavoratori si consumava anzitempo. Al punto che l’antica e primaria strada del lavoro, che attraversava il ponte e la piazza, avrebbe potuto chiamarsi tranquillamente “via delle vedove”. Oggi però questa realtà viene dimenticata, offuscata dall’indifferenza dei bastioli che forse in questo modo intendono riscattarsi dalla precarietà di quei tempi o sottrarsi agli sberleffi dei perugini e degli assisani che ben sistemati, li guardavano e li comandavano dall’alto dei loro palazzi signorili. O forse i bastioli vogliono dimenticare la nomina di appestati e rubagalline affibbiata loro dai poco amati vicini angelani e assisani ai tempi delle antiche e furiose dispute sui confini comunali. Ma non c’è da preoccuparsi, soltanto chi fa può sbagliare.
CARLO ROSIGNOLI

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