Bastia

Giunte, Margherita e Ds ai ferri corti

di LUCA BENEDETTI


PERUGIA – L’Ulivo balla sul filo di una crisi di nervi. Rapporti tesissimi a Bastia, qualche frizione ad Assisi dopo la batosta. A Città di Castello è il valzer delle nomine. Non solo giunta, ma anche enti pesanti. Scatta la corsa per non rimanere a piedi. Chiedere ai Comunisti Italiani che non hanno eletti in consiglio comunale. Brivido assicurato per il risiko degli incarichi. E se Città di Castello ha certificato la guerra tra Ds e Margherita con il derby del centrosinistra, Bastia diventa il fronte caldissimo in cui c’è chi calza l’elmetto e annuncia una lunga guerra di posizione. Domani Gianpiero Bocci, coordinatore regionale della Margherita, riunisce il circolo dopo il blitz del sindaco Francesco Lombardi che ha messo alla porta due assessori: Antonio Criscuolo (Ds) mister preferenza e delega ai Lavori pubblici; Clara Silvestri, Margherita, assessore all’Urbanistica, storico nodo nevralgico della città che qualcuno battezza come il Nord-Est dell’Umbria.
Bocci accusa: «Quello di Bastia è un cattivo esempio di unità dell’Ulivo e della coalizione. E’ sorprendente l’unitarietà delle scelte di sindaco e Ds». Due anni fa le elezioni, i Ds a pezzi, la fuga dell’ex segretaria e ora la resa dei conti. I margheriti sono pronti allo strappo, oggi pomeriggio giunta senza gli esclusi, e senza il vice sindaco Giorgio Antonini, il partito lo blocca sull’Aventino. Anche in casa Ds c’è fibrillazione. E’ un anno che Criscuolo balla sul filo dell’espulsione. Si scalda Moreno Marchi, capogruppo, un quarto dei voti di Criscuolo. Spiega Piero Mignini, segretario della Federazione perugina dei Ds. «L’atto di congelare la delegazione di giunta da parte della Margherita è un atto troppo forte. Vanno capite le necessità del sindaco che ha chiesto di ridare forza ad una macchina che andava a due cilindri. Ogni partito dovrebbe mettersi a disposizione per una discussione il più ampia possibile».
La guerra di Bastia . Il rimpasto potrebbe toccare anche il Pdci: deleghe dimagrite per l’assessore al Bilancio Claudio Boccali, che perderebbe l’Ambiente. Risarcimento da mettere sul tavolo per far tornare dentro la Margherita. Con un altro assessore all’Urbanistica che non sia Clara Silvestri. Ma basterà? I maligni raccontano qualche sorriso che arriva da ambienti socialisti. Pronti al due per due: i margheriti fuori dalla maggioranza dentro la lista civica con l’accoppiata Aristei, ex Ds, e Brozzetti, ex Sdi. Cioè accelerazione di grandi manovre che erano state calendarizzate per metà legislatura. Poi è scoppiata la bufera, sullo sfondo, si dice, ancora l’area dell’ex Deltafina che ha incendiato la campagna elettorale. A proposito, i bene informati danno, dopo la frenata di due anni fa, un dialogo più stretto tra Lombardi e due ex sindaci che dentro i Ds pesano parecchio, Lazzaro Bogliari e Vannio Brozzi.
I veleni di Assisi . A Bastia l’Ulivo barcolla sulla giunta, ad Assisi, dopo la batosta, rischia lo scivolone per il capogrupo in consiglio comunale. C’è un accordo di massima sul margherito Claudio Passeri con la maglietta dell’Ulivo, ma morde il freno Edo Romoli, ex sindaco socialista. Aria di divisione, anche stavolta. I Ds sono per l’Ulivo, ma sotto la Quercia la tempesta è dirompente. Dopo la batosta c’è una lettera del presidente del partito, Marco Timi e di due ex segretari, Mauro Balani e Antonella Liparreli che sparano a palle incatenate sulla gestione delle elezioni. Bordate anche alla Federazione di Perugia. L’ultima Unione comunale ha deciso che dopo il referendum si azzera tutto. Niente più coordinamento a cinque e un traghettatore verso il congresso di febbraio, cioè un quasi commissario. A proposto di Assisi. La nuova giunta di centrodestra è ripartita, ieri, dall’urbanistica. Oggi il sindaco Claudio Ricci nomina il vice sindaco: Leonardo Paoletti è in vantaggio sull’ex sindaco Giorgio Bartolini.
Il risiko di Castello . A Città di Castello c’è da sciogliere il rebus della giunta. Il Pdci al palo in consiglio potrebbe avere un posto. E poi c’è il nodo delle “municipalizzate”, Sogepu e Polisport. E poi la Comunità montana, il Festival delle Nazioni, e il centro di formazione “Bufalini”. La partita più intricata è quella della nomina dei quattro rappresentanti di maggioranza e due di minoranza nell’ente. E’ prevedibile la conferma in blocco (statuto permettendo) dell’attuale assetto che prevede alla vice-presidenza, Venanzio Nocchi (non ricandidato), Luigi Gennari in giunta e Felice Granci, Arcangelo Milano, Luciano Tavernelli, Cesare Sassolini in consiglio. Sul versante Sogepu, l’attuale presidente del consiglio di amministrazione, Giuseppe Bernicchi potrebbe essere confermato come i consiglieri uscenti Ciro Colcelli e Federico del Gaia. Anche il vertice di Polisport e relativo consiglio di amministrazione, saranno al vaglio della maggioranza di governo. Sulla presidenza di questa società di gestione degli impianti sportivi, peseranno non poco i futuri equilibri e rapporti fra Ds e Margherita. Che al momento non solo solo freddi, ma tesissimi. Per Festival delle Nazioni e “Bufalini” si prevedono ritocchi e inserimenti in grado, comunque, di confermare l’attuale gestione.
Il prete di Gubbio . Se a Castello c’è il risiko delle nomine, a Gubbio si stempera la polemica alla Comunità di Capodarco. Don Angelo Maria Fanucci resta presidente, ma ad interim, occupandosi solo della nuova sede della comunità e del ”Progetto Prepo”. Don Angelo si era dimesso dopo aver sostenuto, in polemica col sindaco Orfeo Goracci, la lista Rinascita Eugubina che appoggiava la sindacatura di Paolo Barboni.
(Hanno collaborato Massimo Boccucci e Giorgio Galvani)

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