Bastia

Giovane morto dopo la rissa “L’ho colpito con un pugno dopo la sassata all’auto”

E’ la versione di Denis Hajderlliu che ha negato però di aver dato calci alla vittima Ora il giudice deciderà se lasciare in carcere i tre ragazzi, considerati pericolosi

Domani l’autopsia Farà luce sulle cause del decesso del 25enne Filippo Limini Ieri in aula Sono state ripercorse le scene di ordinaria follia accadute al parcheggio

di Chiara Fabrizi
BASTIA UMBRA Ha ammesso di aver colpito Filippo Limini con un pugno, ma nega di avergli assestato dei calci quando era già a terra come riferito da alcuni testimoni, Denis Hajderlliu, 20 anni, incensurato e in carcere
insieme ad altri due giovani per la rissa aggravata e l’omicidio preterintenzionale di Limini, l’operaio spoletino di 25 anni ucciso le prime ore di Ferragosto nel parcheggio di Bastia Umbra vicino al Country cafè,
dove è stato anche investito dall’Opel Corsa nera guidata da Brendon Kosiqi, 19 anni, neo diplomato, anche lui incensurato.Difeso dagli avvocati Salvatore Adorisio e Daniela Paccoi, Denis ieri davanti al gip Natalia Giubilei ha raccontato che contro l’auto in cui si trovava coi due amici (il terzo è Kevin Malferteiner, 23 anni con precedenti per rapina, anche lui in carcere con le stesse contestazioni) sarebbe stato scagliato un sasso, lanciato da chi non è chiaro. Da qui, comunque, la sua reazione violenta, ossia il pugno in faccia alla vittima, ma Denis nega di aver dato calci alla vittima. Se il cazzotto è stato fatale per lo spoletino saranno i medici legali
a stabilirlo, Mauro Bacci, Marta Bianchi e Paola Melai quelli incaricati dal pm Paolo Abbritti, che domani mattina eseguiranno l’autopsia sulla salma del 25enne, a cui parteciperanno anche i colleghi incaricati dalle difese e dalla famiglia Limini. I consulenti della procura dovranno rispondere a un unico quesito: cosa ha provocato la morte del giovane operaio? Le ipotesi sono il pugno e la caduta conseguente e schiacciato dall’auto.“Non l’ho visto, ne ho sentito nulla, me l’hanno detto dopo che lo avevo investito”, ha ribadito ieri Brendon, difeso dagli avvocati Delfo Berretti e Aldo Poggioni, durante l’interrogatorio davanti giudice che entro le 11 di stamattina deve decidere se lasciare in carcere i tre giovani considerati pericolosi dal pm Abbritti, che motiva l’esigenza cautelare con il rischio di reiterazione del reato, o accogliere le richieste dei difensori che, invece, chiedono una misura cautelare più leggera. Il terzo giovane, Kevin, difeso dall’avvocato Guido Rondoni, al gip ha detto che nel parcheggio c’era già una lite in corso quando loro dalla Opel hanno chiesto spazio per fare manovra.Ed è su questo punto che continuano a indagare i carabinieri del tenente colonnello Marco Vetrulli impegnati anche a identificare tutti i protagonisti della rissa.

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