Rifiuti & dintorini

BASTIA APRE IL FRONTE DOPO I SILENZI DEI COMUNI, «QUEI COSTI NON VANNO- RIVEDIAMO I CONTRAITI»

Luca Benedetti

PERUGIA Dopo i minuetti e i timidi approcci per cambiare registro, c’è chi muove forte sul tavolo dei rifiuti. E mette i piedi nel piatto con numeri e cifre che fanno riflettere. Lo fa Francesco Fratellini, assessore all’Ambiente del Comune di Bastia, centrodestra, tanto per essere chiari. E lo fa guardando i conti dell’appaltone da un miliardo euro, quello che il mondo Gest-Gesenu gestisce nel Perugino. I numeri, stavolta, sono indicativi. Fratellini ha un dubbio: «Cosa è servito raggruppare tutti i Comuni negli Ato se poi ogni Comune ha dovuto trattare il costo dei servizi con il gestore?».
Poi ne arriva un altro: «L’aver accorpato la gestione dei rifiuti ha prodotto i risparmi che erano attesi?». Fratellini risponde con i numeri. Per esempio: lo smaltimento delle potature e degli sfalci è passato da 29,31 curo alla tonnellata (prezzo 2009 ante appalto) a 79,40 Euro (prezzo 2010 post appalto) per arrivare a 93,09 lo scorso anno. Con il revamping dell’ impianto di Pietramelina, secndo i dati di Fratellini, quel costo scenderà a 50 euro la tonnellata. Così la domanda sorge spontanea perché fino a oggi non è stato adottato il miglior sistema per il trattamento di questi rifiuti? Più o meno una delle domande dell’inchiesta del pm Valentina Manuali.
Ma non è finita. Se tutti i Comuni pagano la stessa cifra per la spazzatura delle strade (valore al metro quadrato), e tutti pagano 776,69 euro al metro cubo equivalente per raccogliere il rifiuto secco residuo (cioè i rifiuti indifferenziati) il prezzo diventa doppio e varia per la raccolta differenziata. Fratellini fa il semplice confronto tra Bastia e la vicina Bettona. A Bettona un metro cubo equivalente costa 5.295,78 euro, a Bastia scende a 2974; mentre altri Comuni pagano anche più di Bettona. «Che differenza c’è- dice Fratellini- tra raccogliere un metro cubo di rifiuti indifferenziati e uno di plastica, carta o umido? Nessuna differenza perché questi
servizi vengono prestati utilizzando i cassonetti che vengono svuotati meccanicamente con camion dello steso tipo».
Da Bastia arriva la proposta coraggio: rivedere il contratto di raccolta revisionando le tabelle e puntando su reali criteri di trasparenza. «Dopotutto – analizza Fratellini- il gestore del contratto non dovrebbe temere sorprese sgradite perché il contratto in vigore prevede a sua tutela un rincaro pari al 20% a titolo dì spese generali e utili d’impresa». Finché un Auri ci salverà (forse).

Luca Benedetti

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