Bastia

Gay, immigrati e delinquenti Caro Prodi, quando aiuti me?

di MARCELLO VENEZIANI


I delinquenti escono, i clandestini entrano, i loro parenti pure. Indulto, sanatoria, cittadinanza facile, ricongiungimento dei familiari. Gli italiani comuni e a norma di legge, pagano il conto. È il bilancio del primo trimestre di centro-sinistra, alla pausa vacanze dopo sette voti di fiducia. L’Italia riprende a girare, dice Prodi; se si riferisce ai testicoli dei suoi abitanti ha pienamente ragione. Non so se ha commissionato a Nomisma uno studio scientifico per peggiorare la vita degli italiani, ma ci sta riuscendo con una rapidità impressionante. Se hai commesso un reato, se sei entrato in Italia clandestinamente, se sei extracomunitario, se sei zingaro, se sei gay, se sei tossico, se vuoi forzare la legge naturale e penale, allora sei specie protetta. Se vuoi abortire ti va bene, la legge e la simpatia sono dalla parte tua; per le nascite, invece, sono favorite solo quelle illegali: se nasci abusivamente in Italia, sei premiato con la cittadinanza ad honorem, automatica. Infatti, basta nascere sul territorio italiano per acquisire la piena cittadinanza italiana, anche se sei figlio di esquimesi clandestini o solo di passaggio. Se paghi le tasse e sei in regola, invece, sarai sorvegliato speciale. Da questo quadro cosa se ne deduce? Che il nemico ideologico del governo Prodi è il quartetto tipico di padre-madre-figlio-figlia. La famiglia tipo è la bestia da annientare, con l’aggravante se il padre è farmacista, avvocato, notaio, tassista, panettiere, commerciante o professionista con partita Iva. Se protestano finirà che perderanno pure la cittadinanza italiana, foglio di via; e se insistono, a quelli delle partita Iva chiederanno le impronte digitali, come non si usa nemmeno con i clandestini, e il testamento biologico, perché li vogliono fare a pezzi. L’Italiano Normale è il vero nemico da abbattere. C’è una ricca letteratura che passa da film, spot, libri e inchieste, che descrive l’italiano tipico come il mostro; se non hai una anomalia, fatti visitare. La cattiva coscienza dei moralisti I trasgressori, invece, saranno premiati a norma di legge. Li ho sentiti i comunisti del passato oggi redenti nella sinistra umanitaria: ma noi ci preoccupiamo di quelli che sbagliano, vogliamo recuperare i delinquenti e i tossici, vogliamo salvare i dannati e gli immigrati, vogliamo sanare i clandestini… Sapete – dicono con le loro vedute moraliste ottocentesche, da Victor Hugo – la criminalità, l’illegalità, l’abuso, nasce dalla miseria, dalle condizioni sociali; sono poveri e perciò infrangono la legge, per infrangere le loro catene… Allora io penso non all’italiano medio e benestante di cui sopra, che non ha fatto nulla di male ma deve scontare la colpa di non star male; no, penso al poveraccio, al lavoratore che se la passa male, e con famiglia a carico, ma che non ruba, non uccide, non si droga nè spaccia droga, non entra abusivamente, ma fatica per sopravvivere, senza trasgredire. Allora obietto: non tutti quelli che stanno male fanno i delinquenti, danneggiano il prossimo; ci sono milioni di italiani che pur passandosela maluccio, rispettano le norme e gli altri. Perché loro devono pagare il costo sociale di chi invece è a carico del prossimo? Non vi vergognate, socialisti e solidaristi da terrazza, di farla pagare a loro? Per voi la legalità esiste solo quando volete colpire il nemico ideologico e politico, ma poi diventa una palla al piede nella vita quotidiana, tra la gente comune. Sento la nostalgia di una destra civile che difenda la legge e l’ordine, che tuteli prima gli italiani in regola e poi gli stranieri fuori regola, prima i figli d’italiani e poi gli abusivi e infine gli aborti; prima i cittadini che rispettano la legge e poi quelli che la violano, prima le vittime e poi i detenuti, prima le famiglie e poi le altre unioni, prima la vita secondo natura e poi la vita secondo artificio, prima chi merita e poi chi demerita, prima i cittadini che producono ricchezza e poi quelli che la sfruttano, prima i cittadini che tirano la carretta e poi quelli che si attaccano al carro senza faticare. Una destra così, persino ovvia nel suo elementare buon senso, non difenderebbe solo il decoro borghese e gli interessi pur legittimi della borghesia; né solo il ceto medio, che di per sé è oggi più numeroso del proletariato; ma anche il popolo lavoratore più disagiato che se la passa male ma non danneggia il prossimo. Mi piacerebbe che la bandiera della legalità tornasse a destra, e non restasse più retaggio della sinistra mastellizzata e permissiva. Dico destra in senso lato, naturalmente, perché questa battaglia può riguardare anche altre forze come la Lega, i movimenti autonomisti o popolari, europei e nazionali. Ridateci la destra del “legge e ordine” Stiamo assistendo allo spettacolo di un’occupazione ideologica della sinistra di tutti gli spazi, persino sanitari. Quando sento che persino l’aspirina subisce l’esproprio proletario e passa dalle farmacie alle coop rosse; o quando leggo che pure la lotta al cancro è appannaggio della sinistra, perché a Roma anche i primari di oncologia sono scelti o epurati sulla base di criteri politici, allora vedo un Paese che sottomette la salute alla militanza di partito. Contro la sinistra al potere verrebbe voglia di dirsi comunisti, ovvero in difesa della gente comune, mentre loro privilegiano coloro che ne sono fuori. Comunitari contro trasgressivi. Riprendete la linea della giustizia e dell’ordine. Insomma vorrei una destra del rigore; e il rigore, lo abbiamo visto pure ai Mondiali, porta bene all’Italia. 

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