Bastia

Furti nei negozi: presi 6 rom

Prediligevano gli abiti firmati, le donne portavano via la merce nascosta nelle gonne. Colpi in tutto il Perugino
Vivevano in una bella villetta di Bastia Umbra anche se non svolgevano alcuna attività lavorativa. Una fonte di reddito l’avevano però trovata organizzando sistematici furti nei negozi, con spiccata predilezione per quelli di abbigliamento firmato. Per questo sei rom sono stati arrestati ieri mattina, quando, all’alba,sono entrati in azione in contemporanea una cinquantina di carabinieri.I dettagli dell’operazione “Shopping” sono stati resi noti dal comandante della compagnia di Todi Marcello Egidio, sotto il cui coordinamento si è svolta l’attività della stazione di Collazzone, guidata dal maresciallo Mauro Carocci (presente ieri alla conferenza stampa nella caserma perugina di via Ruggia anche il maresciallo Francesco Barbato).Le sei persone tratte in arresto per furto aggravato (molti originari di Milano ma tutti residenti a Bastia Umbra) sono Angela Di Guglielmo, 24 anni, Denisa Miklasova, 28,Teresa Di Guglielmo, 38,Guerrino Guarnieri, 41, Daniela Hudorovich, 31, Domenico Guarnieri, 37. Le prime tre donne sono in carcere, gli altri tre ai domiciliari, in base all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Alberto Avenoso su richiesta del pm Paolo Abbritti.Gli esercizi commerciali saccheggiati, secondo quanto riferito dai carabinieri, si trovano a Collazzone, Marsciano,Bastia Umbra, Gubbio, Città di Castello e Umbertide. L’attività di indagine prende le
mosse nel settembre 2010 dopo una serie di furti a Collazzone ai danni di negozi di vestiti con marchi pregiati. I carabinieri scoprono che a commetterli è stato un gruppo di zingare, ma scatta un monitoraggio costante per approfondire il modus operandi. E’ così che viene a galla la routine dei presunti ladri abituali. La mattina uomini e donne uscivano di casa e si recavano in varie zone del Perugino. Una sorta di “esplorazione” del territorio per mettere a fuoco i prossimi bersagli. Gli uomini avevano un ruolo “logistico”, di accompagnatori, mentre le donne passavano all’azione. Individuate le boutique di alto livello, le rom entravano in tre o in quattro,spesso portandosi appresso i bambini. Inscenando un po’di confusione per distrarre i commessi, il gioco era fatto anche grazie ad ampie gonne “modificate”, ossia con una specie di sacco ricavato all’interno, fatto apposta per far sparire vestiti e accessori firmati Hogan, La Marina, Jeckerson, Calvin Klein, Nike,Gaudì e chi più ne ha più ne metta. Se il personale del malcapitato negozio protestava,volavano anche minacce.Ogni colpo fruttava qualcosa come mille euro. Sono una quindicina quelli di cui sono accusati i sei arrestati, che, secondo la paziente ricostruzione dei carabinieri, li avrebbero messi a segno in cinque-sei mesi. “il vasto campionario di saccheggi dimostra che la perpetrazione di delitti contro il patrimonio era il loro stile di vita”, ha commentato il comandante Egidio. I militari dell’Arma hanno messo a disposizione anche le foto della banda dalle mani di velluto in modo che eventuali altre vittime possano farsi avanti per denunciare ulteriori episodi rimasti senza autore. Si cercano altri indagati ancora irreperibili.
di Alessandra Borghi

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