E’ caduto quasi verticalmente ma sembrava comunque essersi allinealo verso Sant’Egidio
Recuperato un ruotino del carrello. L’elica non si trova
BASTIA UMBRA – Anche se l’aereo è caduto presumibilmente in posizione piuttosto verticale, probabilmente il pilota stava tentando una manovra di atterraggio o comunque di allineamento verso la pista dell’aeroporto di Perugia Sant’Egidio. Lo confermerebbe la posizione dei rottami, in buona parte proiettati, rispetto ai resti del motore, proprio in una direzione che volge, in linea d’aria, verso la pista d’atterraggio dello scalo perugino.
Si tratta, comunque, solo di un’ipotesi formulata in piena notte e con la fitta nebbia che ancora gravava nella zona del disastro. Anche sul fatto che l’aereo sia caduto quasi “a piombo” e non sia strisciato sul terreno è ancora solo un’ipotesi. Un motto dell’aereo è stato comunque trovato, divelto dai Carrello (che sul velivolo precipitato sembra contasse su una modifica rettattile), a una ventina di metri dal motore e a una decina dalla carlinga. La ruota è apparsa ancora perfettamente integra, segno che non avrebbe strisciato sul terreno, ma sarebbe stata lanciata a forte distanza dall’impatto avvenuto inizialmente con il contatto del motore con il terreno. L’elica, fino alla mezzanotte, non era stata trovata. Si presunte possa essere nascosta dai rottimi o del motore o della carlinga.
C’è, infine, una sola parte della carlinga rimasta perfettamente riconoscibile e si tratta della coda dell’aereo.
Tutto il resto è un ammasso di lamiere contorte o di pezzi di metallo scaraventati anche a oltre 50 metri dal punto del primo impatto.
(S.Ca.)
Un abitante di Cipresso di Bastia telefona al 112: “Abbiamo sentito un aereo in difficoltà”
Precipitano nella nebbia: 2 morti
L’allarme alle 17.40. Forse è colpa di un guasto al motore
Un aereo da turismo, un Cessna 172, con 2 persone a bordo, è precipitato a Costano di Bastia Umbra. Sembra stesse tentando una manovra d’emergenze per atterrare all’aeroporto di Perugia – Sant’Egidio dopo aver avuto difficoltà al motore. L’aereo sarebbe caduto attorno dopo le 17.30 di ieri quando nella zona c’era una nebbia fittissima. Trovare i resti del velivolo è stato difficilissimo. I soccorritori hanno impiegato quasi 2 ore e mezza di ricerche. Trovati anche i resti degli occupanti: il pilota e un passeggero. L’aereo ,sarebbe decollato dall’aeroporto di Roma Urbe per un volo di addestramento. Non c’è certezza sulla località che il pilota intendeva raggiungere. Secondo le notizie raccolte fino alla mezzanotte di ieri il velivolo o era diretto a Forlì oppure intendeva raggiungere proprio Perugia. Ma le conferme ufficiali si potranno avere solo nella giornata di oggi.
Sergio Casagrande
BASTIA UMBRA – L’allarme scatta alle 17.40, quando Fernando Tabarrini, residente in via Cipresso 102, a Cipresso di Bastia Umbra telefona al 112, “Sono molto allarmato”, dice ai Carabinieri, “mia moglie Anna Rita ha sentito un forte rumore Crediamo potesse essere qualcosa che volava a bassa quota e che è passato proprio sopra il tetto di casa nostra. Ma non siamo riusciti a vederlo. Qui ora c’è una nebbia fittissima…” “Comunque – aggiunge – era come il rombo di un trattore. Se era un aereo era sicuramente in forte difficoltà…”
Passano pochi secondi e arriva alla questura di Perugia la notizia che l’aeroporto di Roma Urbe ha segnalato all’aeroporto di Perugia che si sono persi improvvisamente i contatti con un Cessna, Qualcuno dice che dalla capitale sarebbe stato anche segnalato che il pilota dell’aereo aveva chiesto aiuto via radio segnalando difficoltà tecniche, ma a tarda serata non c’è ancora conferma.
– Le ricerche. Scattano le ricerche e inizialmente si concentrano a Cipresso di Bastia Umbra, al chilometro 3 della strada
Torgianese: Attorno ci sono case sparse e molti campi coltivati. Arrivano una pattuglioa della polizia e i carabinieri di Ponte San Giovanni e Bastia. E’ già notte e la nebbia è fittissima, come non si vedeva più da anni da que parti. Così fitta che le torce degli agenti e dei militari non riescono a fendere la coltre bianca e causano riflessi accecanti. Dell’aereo sembra non esserci traccia. Viene chiesto l’aiuto dei vigili del fuoco che inviano subito un’autobotte munita di fotoelettrica. Il raggio di luce, però, seppure più potente non permette di scorgere nulla. La nebbia avvolge tutto in un scenario che diventa sempre più spettrale con il moltiplicarsi dei lampeggianti delle forze dell’ordine che continuano a confluire nella zona per dar forza alle ricerche.
– Il ritrovamento.. Alle 19.53 la svolta. Da una stradina laterale alla Torgianese spunta un uomo che agita una torcia: “Venite qui. E’ qui”. L’uomo fa strada a due autoambulanze e a una gazzella dei carabinieri. Poi seguono le pattuglie della polizia e l’autobotte dei vigili del fuoco. Trecento metri e le squadre sono costrette a fermarsi e a scendere dadi automezzi perché l’uomo con la torcia, Luciano Raspa, taglia a 90 gradi proprio in mezzo a un campo di grano. C’è una forte puzza di benzina. Una puzza dall’aroma forte, particolare. E’ sicuramente carburante d’aereo. Altri duecento metri di cammino nel fango e dal buio e dalla nebbia spuntano, infatti, i riflessi di un mucchio di rottami raggiuntidai fasci delle torce.
– ln luogo della tragedia. Siamo in mezzo a un campo arato che, secondo le carte, si troverebbe a ridosso di uno stabilimento industriale e appartiene al territorio di Costano, altra frazione di Bastia. Alle 19.59 quello che rimane dell’aereo travato. C’è qualcosa di meccanico piantato in mezzo al campo e si capisce che era un motore solo da un paio di tubi che lo dovevano collegare probabilmente alle prese d’aria.
Più avanti, come se l’aereo, con lo schianto (presumibilmente avvenuto in una posizione piuttosto verticale), si fosse ribaltato rimanendo capovolto su so stesso, ci sono i resti della carlinga. E tutti attorno pezzi d’ala e di metallo disseminati in un raggio di una cinquantina di metri. I resti di un corpo che sembra indossare una tuta da ginnastica di colore rosso si confondono con i rottami. Un altro corpo, viene trovato alle 20.20, a una decina di metri, semicoperto da un pezzo d’ala. Poi ci sono i resti di quella che sembra essere una testa dai capelli lunghi.
L’unica cosa perfettamente riconoscibile è la coda dell’aereo. E’ di colore bianco e mostra poche lettere di una scritta: “AVION”. L’intera area viene delimitata e sottoposta a sequestro. Ma la nebbia è talmente fitta che le forze dell’ordine decidono di concentrare gli accertamenti solo M punto dove sono stati trovati i resti della carlinga.
Arriva anche la Scientifica mentre il sostituto procuratore della Repubblica, Giuseppe Petrazzini, di Perugia, dispone la rimozione dei resti umani che si sono riusciti a trovare tra il fango e i rottami. Nuove ricerche per individuare altre parti dell’aereo verranno eseguite solo nella giornata di oggi, nella speranza che la nebbia conceda una tregua e non continui a ostacolare il lavoro degli investigatori.
Tutta da spiegare la dinamica dell’incidente. Perché di incidente -stando almeno alle prime ipotesi – si sarebbe trattato. La nebbia non sembra avere le responsabilità maggiori per quanto accaduto. Il rumore del motore dell’aereo udito non solo dai coniugi Tabarrini, ma anche da molti altri testimoni, fa propendere per un guasto tecnico che potrebbe aver interessato il propulsore del piccolo aereo. L’inchiesta è aperta.
Un Cessna 172: 43mila esemplari dal 1956 ad oggi
E’ il re degli addestramenti e uno dei più diffusi al mondo
Il Cessna 172 è uno degli aerei da turismo più popolari. E’ un velivolo ad ala alta. Ha un solo motore e può ospitare fino a 4 persone compreso il pilota. E’ l’aereo d’addestramento più famoso al, mondo. Il suo primo volo in assoluto risale al novembre 1955. La produzione è iniziata, però, nel 1956. Oggi è ancora in produzione e fino ai primi del 2007 ne erano stati costruiti 43mila esemplari. E’ lungo 8,28 metri, alto 2,72 e ha un’apertura alare. di -il metri. Generalmente i motori sono Lyncoming IO-360-L2A àa 160 Cv di potenza. Viaggia a una velocità di crociera 100 nodi (185 chilometri orari circa), ma puo toccare anche i 123 (227 Km/h).
Carabinieri, polizia, vigili del fuoco protezione civile al lavoro
Impiegati piu di, 50 uomini
PERUGIA – Tre gazzelle dei carabinieri, confluite da Torgiano e Bastia.
Quattro pantere della polizia, un’autopompa dei vigili del fuoco, più due jeep degli stessi pompieri. E ancora: due ambulanze, quattro panda della protezione civile. Tutti guidati da due auto del commissariato di Assisi. A coordinare tutto il primo dirigente Alessandro Belsito. Una cinquantina di uomini in tutto. La ricerca del velivolo è turata per circa due ore, lungo la torgianese, in mezzo ad una fitta nebbia. Durante le ricerche una folla di curiosi, delle case attorno, hanno accompagnato le forze dell’ordine, dando anche preziose indicazione per ritrovare i resti dell’aeroplano. Per qualche decina di minuti la strada è anche rimasta chiusa. Sotto “scorta” anche l’aeroporto di Sant’Egidio. Poco dopo sono arrivati anche stampa e testate televisive. Dalle 18,30, non appena ricevuta la notizia dell’impatto, i controllori hanno presidiato la struttura visto che forze di polizia sono rimaste impegnate nelle perlustrazioni di cui sopra.
I testimoni “Faceva il rumore di un trattore”
Davanti occhi la testa della donna
Renato Raspa ha condotto le forze dell’ordine sul luogo dell’incidente
Secondo la ricostruzione l’aereo avrebbe subito danni al motore
Alessandro Antonini
BASTIA MURA – “Abbiamo visto dei capelli lunghi, capelli di donna, spuntare da sotto le lamiere. Era la testa. Il corpo era schiacciato’. L’avaria, lo schianto, la strage. 1 due testimoni della tragedia di ieri nelle campagne di Bastia Umbra sono padre e figlio. Sono stati i primi ad accorrere sul posto e a vedere scioccati la carcassa del Cessna da turismo accartocciata, sparpagliata in mezzo al fango e ai germogli di grano. La testa della donna era dunque staccata dal corpo. Decapitata. “I corpi non si scorgevano di primo acchito, erano schiacciati, si intravedevano solo alcune parti dei cadaveri”. A pochi metri dalla donna un altro corpo, vestito di una tuta rossa. Renato Raspa, classe ’78, è il giovane dice il aver sentito l’aereo spappolarsi a terra, a poche centinaia di metri dal suo campo, dove si trovava assieme al genitore. E’ il ragazzo che ha iniziato da solo le ricerche e che, una volta individuata la zona, ha guidato nel punto x le forze dell’ordine e i vigili del fuoco dopo due ore di perlustrazioni vane in mezzo alla nebbia e al fango. Continua Raspa: “In questi giorni – racconta – sono in malattia e intorno alle 17 sono andato ad aiutare mio padre, Marsilio, che era nel campo a raccogliere la legna. Erano le 17 e 40 quando abbiamo sentito un aereo volare a bassa quota, sopra le nostre teste. Si intravedeva, era bianco, ma la nebbia era talmente fitta che era impossibile capire di che velivolo si trattasse. Quindi abbiamo sentito un boato in direzione di Bastia Umbra. La zona di riferimento è Costano, lungo la strada di via dei Palazzi, al confine con Cipresso. Proprio Marsilio Raspa rammenta anche un particolare: “Quando ho capito che era un aereo mi sono detto, che ci fa un aereo in volo così basso, con questa nebbia? Poi ho sentito che il motore sforzava, proprio come quando un trattore non si accende. Dopo qualche secondo il botto”. Dunque ci sono stati problemi al motore. E l’aereo ha girato per diverso tempo attorno alle colline di Brufa, Torgiano, Bastia Umbra e Bettona evidentemente in fase di “avaria”. Fernando Tabarrini, che abita a tre chilometri dal luogo dello schianto, è stato il primo ad avvisare le forze dell’ordine. “Ero con mia moglie Annarita in casa, abbiamo sentito un forte rumore. Mia moglie ha detto: ‘sembra un trattore. E in effetti sembrava il rumore di un trattore, ma veniva dall’alto . E’ durato per un po’ poi c’è stato uso schianto secco un rumore di lamiere. Ma con questa nebbia è stato impossibile capire dove era avvenuto. Ho subito chiamato i carabinieri”. E i carabinieri, assieme alla polizia e ai vigili del fuoco, sono stati fermati da Renato Raspa proprio nei pressi del suo appezzamento. “Li, ho visti, sono corso in strada ad avvisarli. Mi hanno chiesto se avevo sentito qualcosa. Li ho condotti nella zona in cui ho sentito la botta – racconta Raspa – e dopo un po’ di perlustrazioni con i fari dei vigili del fuoco abbiamo trovato i resti dell’aereo. Coi corpi schiacciati dalle lamiere. Secondo me cercavano di preparare un atterraggio di fortuna, erano in panne, e in linea d’aria l’aeroporto è a due chilometri, proprio nella direzione in cui stava volando il superleggero. Spesso ci sono aerei da turismo che girano in queste zone per ammirare dall’alto le sculture in ferro di Brufa, ma non era questo il caso. C’era troppa nebbia”. Eppoi il rumore del motore non era “normale”: sia secondo Marsilio Raspa che Fernando Tabarrini somigliava molto al motore di un trattore, un trattore che stenta ad accendersi, anzi che si accende e poi subito si spegne. E il piombare a picco del Cessna verso terra (lo suggerisce la disposizione della carlinga e del motore sul punto d’impatto, ndr), anche nel caso in cui sia stato tentato un planaggio d’emergenza, è risultato inevitabile.
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