Bastia

Finti agenti di commercio per contratti veri

La denuncia della Mida di Ospedalicchio: c’è chi si spaccia per nostro addetto e non lo è



BASTIA – C’è chi si spaccia per un agente dell’azienda e fa firmare contratti di fornitura ai clienti, “sfruttando” il marchio dell’azienda stessa. Chi sostiene che quell’impresa è fallita e vuole subentrare come rivenditore. Chi, insomma, lucra sul marchio della Mida, azienda di Ospedalicchio, e chi, invece, concorre in maniera sleale. E’ quanto evidenziato dalla proprietà che ha presentato cinque denunce alle forze di polizia per diversi episodi di cui sono venuti a conoscenza.
“Riteniamo – spiega l’avvocato Angela Francardi, legale dell’azienda – che alcune di queste truffe siano opera di ex dipendenti dell’azienda. Che, magari, sfruttando il fatto di essere conosciuti dai clienti, soprattutto privati, piazzano contratti, riscuotono soldi apparentemente per la Mida, in realtà per le loro tasche. In particolare per l’opera di manutenzione che viene eseguita, quindi, senza alcun tipo di garanzia reale”.
“Abbiamo avuto notizia, per esempio, – prosegue – di persone che hanno scoperto di aver firmato accordi di 5 anni per determinati servizi, senza sapere di averlo fatto”.
Per quanto riguarda la manutenzione proprio, spiega il legale, c’è un problema a monte: la mancanza di legge adeguate: “Basta aprire una partita Iva. E così nascono addetti improvvisati che mettono a rischio i clienti, ma anche il nome delle aziende che lavorano onestamente. Nel caso della nostra azienda, poi, abbiamo scoperto che il suo nome viene utilizzato per raggirare i clienti. In altri casi la nostra azienda viene data per chiusa e ogni tipo di accordo liquidato come ormai decaduto”.
Una presunta truffa, quella che l’azienda ritiene di aver ravvisato e dalla quale si ritiene danneggiata. Da un punto di vista economico, ma anche da quello dell’immagine.
Danneggiati, in questo senso, possono poi considerarsi anche gli ex agenti, onesti, della Mida che lavorano sempre in questo settore e che con questa vicenda non hanno niente a che fare. L. F.

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