sindacoIl “sindaco sceriffo”
BASTIA UMBRA Il “sindaco sceriffo”, così venne definito Ansideri,primo cittadino di Bastia all’indomani della sua battaglia sulle slot. Ora lui plaude alla mobilitazioni dei consiglieri di Perugia:“Non siamo più soli. Finalmente anche la sinistra umbra acquisisce consapevolezza del problema e si attiva contro questa piaga”.

L’Adoc parla di migliaia di “malati” in Umbria e apre uno sportello. L’Astra attacca i consiglieri perugini che vogliono mettere al bando le slot Ludopatia, guerra di cifre e di milioni

PERUGIA Si chiamano slot machine. Ma ogni giorno sono sempre più quelli che le definiscono “macchinette rovina famiglie”. La polemica su un fenomeno sempre più diffuso e che in tempo di crisi sta assumendo proporzioni in alcuni casi drammatiche, a livello nazionale va avanti da un pezzo. In Umbria ad aprire il fronte sono stati i consiglieri comunali di Perugia del centrosinistra che hanno chiesto al sindaco Boccali di bandire le slot in tutto il
territorio comunale.- Lo sportello dell’Adoc.Ieri si è mossa l’Adoc. L’associazione, in trincea contro il fenomeno della ludopatia, ha annunciato l’istituzione di uno sportello che in prima battuta sia in grado di assicurare sostegno psicologico al giocatore attraverso una consulenza per poi aiutare lo stesso ad intraprendere un percorso di recupero nelle strutture specializzate del servizio sanitario. Ma l’Adoc mette a disposizione di chi si rivolge allo sportello -che garantisce l’anonimato -(335.6975877) anche il sostegno legale per individuare soluzioni ad eventuali problemi di indebitamento.- Debiti per il gioco. L’associazione sul fenomeno affonda: “E’ in grado di provocare seri danni, non solo economici,alle persone che ne sono affette ma pure a quelle vicine come i famigliari”. “Lo sportello vuole essere un sostegno concreto ai cittadini.Stimiamo in migliaia i giocatori patologici umbri adulti, più un 10% di minorenni dipendenti. Fenomeni che vanno assolutamente contrastati, utilizzando anche parte delle rendite del gioco d’azzardo legale”.- Replica la Astro. L’iniziativa dei consiglieri di Perugia e il sollevamento di scudi contro il gioco, non piace alla Astro,associazione degli operatori del gioco lecito aderente alla Federazione sistema gioco Italia di Confindustria, che replica “con i veri dati di settore”.“Ognuno-scrive-fapolitica come meglio crede e amministra il territorio, se questa è la sua funzione, secondo l’individuazione delle priorità dettata dalla propria capacità e la propria coscienza. Tuttavia, se la priorità è lo spegnimento del gioco legale e controllato, la rappresentazione dei “numeri corretti di settore” diventa un dovere istituzionale”.- Numeri sballati. L’Astra respinge al mittente il dato sui “25.000 malati di gioco” sottolineando che “…in tutto il Paese nei singoli Sert sono 5.000,con livelli di 170-200 persone nelle Regioni più popolate quali Veneto e Lombardia. “Il valore di 25.000 persone rapportato ad una popolazione maggiorenne regionale di mezzo milione di persone, veicola l’improponibile e inverosimile stima che vorrebbe il 5% degli ultra-diciottenni umbri (centenari compresi) affetti da malattia gap. Attraverso quali scientifiche rilevazioni si veicola alla cittadinanza uno stato di locale allerta epidemiologica, quando a livello nazionale si è allestito l’Osservatorio sulle dipendenze da gioco per censire il fenomeno e predisporne la prevenzione?”.- Meno di un caffè. L’Astra contesta anche l’affermazione che “…25.000 persone sperperano e distruggono interi patrimoni”.“Su ciò che viene speso al gioco illegale o non autorizzato -scrive – non possiamo disquisire. Su ciòche viene speso in Umbria alle slot legali e collegate in rete,invece,è possibile avere un dato vicino alla precisione: la spesa nazionale agli apparecchi slot a moneta metallica nel 2012, è stata pari a 6,885 miliardi di euro, ovvero il 7,8% in meno del 2011; l’incidenza della Regione Umbria nel contesto nazionale delle slot, è pari all’1,5%,ciò facendo desumere una spesa annua regionale per le slot pari a 103,27 milioni di euro (che diviso per mezzo milioni di ultra-maggiorenni prospetta una spesa pro-capite di 206 euro l’anno)”. L’Astra, inoltre, aggiunge che“…ogni italiano spende oltre 1.000 euro all’anno al gioco d’azzardo.Se parliamo di gioco legale(ovvero di quello che si vuol spegnere) i numeri sono diversi: la somma complessiva della spesa nazionale – tutti i prodotti-è di 17.397.000.000. A fronte di una popolazione maggiorenne di 50 milioni, arriviamo a una spesa pro-capite di 350 euro all’anno, meno di un caffè al giorno”. L’associazione invita a riflettere su due aspetti: se il gioco lecito è in calo e le rilevazioni della politica fanno intuire il contrario, significa che sta crescendo “…quel gioco illegale che si svilupperà ulteriormente ad ogni contrazione dell’offerta pubblica, regolare e controllata”. Ancora: “Il gioco lecito è in calo, ma le allerte sanitarie sembrano aumentare, a testimonianza del fatto che il gioco illegale ha una capacità di danno più invasiva di quello lecito e che l’azione di ogni governo di territorio, dovrebbe esaltare il e tutelare il comparto industriale autorizzato ad operare nel lecito”.
Gi.S.

 

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