Bastia

Fillea Cgil: «Alla Isa chiediamo di stabilizzare il personale»

L’azienda di Bastia con 900 dipendenti la terza della provincia


Intervista al segretario generale, Massimiliano Presciutti



“L’Umbria è una regione piccola ma ricca di aziende leader nel settore delle costruzioni, dove però non sempre le relazioni industriali sono all’altezza di gruppi di questo livello”. Massimiliano Presciutti, segretario generale della FilleaCgil di Perugia fotografa così la situazione del comparto e lancia segnali alle controparti imprenditoriali in vista di incontri importanti con i vertici di Fbm e soprattutto con quelli della Isa di Bastia umbra, che con 900 dipendenti è la terza azienda della provincia dopo Merloni e Perugina.
Segretario, cosa intende quando parla di relazioni industriali non all’altezza?
“Voglio dire che alcuni importanti gruppi della provincia, gruppi di dimensioni assolutamente ragguardevoli come Isa e Fbm, continuano a ragionare con una mentalità familiare, che poco si addice agli standard e ai livelli su cui questi gruppi si trovano ad operare. Alla Isa, ad esempio, c’ è una situazione di precarietà del lavoro sulla quale c’ è bisogno di intervenire”.
Si spieghi.
“La Isa è una grande azienda del nostro territorio che negli ultimi 10 anni ha conosciuto una crescita esplosiva, alla quale ci sentiamo di dire che il sindacato ha saputo contribuire in modo positivo. Ora però è ora di passare ad una fase successiva di stabilizzazione, visto che in azienda c’ è una grossa fetta di personale che non ha ancora contratti a tempo indeterminato”.
E voi chiedete una stabilizzazione di questo personale?
“Sì, ovviamente con gradualità. Nessuno chiede il tutto e subito. Ma non è possibile che si vada avanti con lavoratori che hanno contratti a termine che vengono rinnovati per 5, 6, addirittura 7 anni. Noi siamo fermamente convinti che stabilizzare questi lavoratori porterà anche ad un aumento della produttività. Tra l’altro, penso che ultimamente ci siano stati dei segnali che l’azienda dovrebbe prendere in considerazione”.
Quali?
“Intanto, negli ultimi anni c’è stato un aumento dell’assenteismo che, anche se non può essere direttamente collegato alla situazione in atto, deve senz’altro far riflettere. Poi ci sono state le recenti elezioni della Rsu che hanno visto una partecipazione senza precedenti (70%) e lo sciopero per il contratto nazionale, anch’esso pienamente riuscito. Credo che siano segnali della voglia che c’è tra i lavoratori di partecipare per dare una svolta alla loro situazione. Il sindacato da parte sua è pronto e aperto al confronto”.
Cambiando radicalmente discorso, cosa pensa dell’allarme lanciato dal segretario Cisl, Ulderico Sbarra, sul fronte della sicurezza?
“Condivido la preoccupazione di Sbarra per il rischio di un arretramento dalle posizioni estremamente avanzate che l’Umbria ha raggiunto con la ricostruzione. Al tempo stesso però non credo sia giusto additare tutte le colpe alla Regione. Il problema, a mio avviso, non sta nella politica e nemmeno nel mondo dell’impresa, quanto piuttosto nelle resistenze di una serie di categorie come geometri, ingegneri e architetti. E poi, per concludere, credo che ci voglia anche un po’ di autocritica. Noi ci siamo dotati di uno strumento eccezionale come gli Rlst (rappresentati dei lavoratori per la sicurezza a livello territoriale), ora dobbiamo farlo funzionare”
Fab.Ric

Articolo in PDF:

Scarica qui il PDF

Exit mobile version