Bastia Umbra. Sull’incendio che ha colpito la discoteca stanno indagando i carabinieri
BASTIA UMBRA – Non si esclude l’ipotesi dolosa per l’incendio sviluppatosi intornc alle 2 di ieri mattina nei locali della discole, ca Fashion di Bastia Umbra: le fiamme non hanno causato gravi danni (il locale era chiuso ed è andato bruciato solo qualche arredo), ma i militari di Assisi e Bastia Umbra, guidati dal capitano Andrea Pagliaro, stanno conducendo le indagini del caso lavorando anche sull’ipotesi che il fuoco possa stato essere ‘appiccato’ intenzionalmente. Un gesto di teppisti? Un ‘segnale’ ai proprietari del locale? Magari una vendetta, fosse anche dettata da futili motivi? I danni – anche grazie al pronto intervento dei pompieri, che hanno spento le fiamme e bonificato la zona – sono comunque stati limitati, qualche arredo bruciato e una parete annerita dal fumo: gli uomini dell’Arma conducono le indagini nel più stretto riserbo, ma non escludono nessuna pista e, forse anche coadiuvati da elementi reperiti in loco, credono poco nell’ipotesi ‘naturale’, magari per un cortocircuito. Non mancano, in Umbria, i casi di incendi dolosi ai danni di locali notturni: poco meno di un anno fa, ad ottobre del 2008, un incendio di matrice dolosa distrusse il pub “Certe Notti” di Po’ Bandino, al confine fra Umbria e Toscana. In quell’occasione furono arrestati due italiani, di 29 e 62 anni, già noti alle forze dell’ordine: bloccati in Provincia di Siena, i due furono accusati di incendio doloso. Un paio di settimane fa, sempre a Bastia Umbra, ignoti avevano invece condotto un “raid” a base di alcune bottiglie incendiarie che erano state lanciate (per motivi ancora da chiarire; anche qui, indagano i Carabinieri) nel giardino del centro sociale e culturale di volontariato “Casa Chiara”, nella centralissima Piazza Mazzini a Bastia Umbra, a due passi di distanza dalla chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo: i due gesti – molotov e incendio alla discoteca – non sarebbero collegati, ma in città sono molte le persone che si interrogano sul perché di tali atti.
Flavia Pagliochini