BASTIA UMBRA – “Nahui” (Feltrinelli) di Pino Cacucci, “Nel paese di Tolintesàc (Marcos y Marcos) di Cristiano Cavina e “L’insonne” (Mondadori) di Cinzia Tani sono i tre libri vincitori dell’edizione 2006 del Fenice-Europa, “Un romanzo italiano per il mondo”. I tre titoli sono stati scelti fra i 70 pervenuti alla segreteria del premio. La scelta è stata fatta dalla giuria tecnica formata da Luca Desiato, Giuseppe Pederiali, Claudio Toscani e Adriano Cioci. I tre libri verranno consegnati a 650 lettori residenti in Italia e all’estero (Europa, Africa, America e Oceania). Saranno loro a decretare il “supervincitore” che verrà premiato a Monteleone di Spoleto il 9 settembre. Pino Cacucci, 50 anni, vive a Bologna ed ha pubblicato molti libri di successo, tra i quali “Puerto Escondido” da cui Gabriele Salvatores ha tratto il film omonimo. Cristiano Cavina è nato in provincia di Ravenna nel 1974. Ascoltando i racconti dei vecchi, sviluppa una passione viscerale per le storie. Cinzia Tani, giornalista e scrittrice, vive a Roma, ha diretto periodici e condotto programmi radiotelevisivi. Durante l’estate i 650 giudici popolari saranno impegnati nella lettura della terna vincitrice; le loro schede decreteranno il “supervincitore”. I lettori italiani sono in varie regioni, Umbria in primo luogo (in rappresentanza di 24 comuni, più associazioni ed enti), quindi Lazio, Toscana, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta. Tra i lettori c’è anche un gruppo di detenuti nelle carceri di Perugia, Terni, Spoleto e Orvieto. I lettori all’estero sono italiani (perlopiù coordinati dall’Arulef) e stranieri, residenti in Australia, Belgio, Brasile, Canada, Germania, Grecia, Libia, Lussemburgo, Spagna, Svizzera, Ungheria e Venezuela. I gruppi più numerosi sono quelli della Svizzera (con Losanna in testa, poi Basilea e Sciaffusa) e della Germania (Wurzburg, Norimberga, Monaco di Baviera). Il gruppo più lontano (geograficamente) è quello di Sydney. Ci sono poi altri due gruppi che si distinguono particolarmente: quello spagnolo (studenti ed insegnanti catalani di Barcellona e Terrassa) e quello libico (coordinato dall’istituto italiano di cultura a Tripoli).
 

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