Fcu, Brozzi è al capolinea: «Ma ho risanato un’azienda che perdeva 2 milioni». Ai sindacati:
GLI OCCHI gli si riempiono di lacrime più volte. A un certo punto batte persino un pugno sul tavolo. Ma si trattiene. Ne avrebbe da raccontarne: è tentato più volte di lasciarsi andare a uno sfogo, ma riesce a contenersi, tutto sommato. Vannio Brozzi lascia da oggi la guida delle Ferrovia centrale umbra. Dopo cinque anni di «onorato servizio», l’ex sindaco di Bastia e consigliere regionale dell’allora Ds, abbandona una settimana prima della scadenza del contratto. Lascia l’incarico da amministratore unico che l’ex Governatrice Maria Rita Lorenzetti gli aveva assegnato nell’aprile del 2005. E’ UN UOMO solo, Brozzi: convoca la conferenza stampa di addio al primo piano della sede Fcu di piazza Sant’Anna. Sul tavolo c’è solo lui. Aveva chiesto il supporto dell’amministratore della holding del trasporto pubblico, Christian Cavazzoni, «che però aveva già altri impegni», precisa lo stesso Brozzi. Ad assistere all’uscita di scena arrivano pian piano alcuni dipendenti e qualche uomo di sua fiducia. «Da oggi non sono più l’amministratore di questa azienda — dice ai giornalisti — Ci sono impegni importanti da prendere in questi giorni, responsabilità che non posso assumermi in scadenza di mandato. Lascio un’azienda in piena salute, che fa il doppio del fatturato rispetto a cinque anni fa, che ha riserve in banca». Brozzi ricorda, caso mai qualcuno se lo fosse dimenticato che «la Fcu, quando sono arrivato, rimetteva quasi due milioni all’anno. Soldi che doveva tirar fuori la Regione. Il 23 febbraio 2004 — cita testualmente — la perdita certificata era di 1.780.000 mila euro. Ora i conti sono in pareggio. E vogliamo parlare degli investimenti? Delle stazioni rifatte? Dell’eliminazione dei passaggi a livello incustoditi?». BROZZI TOCCA vari temi, cercando di non entrare troppo nel dettaglio, ma lancia messaggi precisi a chi sa lui. «Non volevo le holding provinciali del trasporto pubblico, ero a favore della costituzione dell’Azienda unica da subito», spiega. Ma qualcuno gli avrà spiegato perchè il suo incarico è arrivato al capolinea senza la possibilità di rinnovo? «I venti che tirano mi hanno fatto capire che non ci sarebbe stato rinnovo. Certo, non è che ci sia stata molta eleganza nell’annunciarmelo. Ma mi rivredete in un’altra sede», assicura un po’ malinconico. E’ INNEGABILE che i suoi rapporti con i sindacati siano stati a tratti burrascosi: la decisione di scioperare, un mese fa, è solo l’ultima testimonianza. «Io a Pomigliano d’Arco avrei votato sì — risponde —. Sono stato iscritto alla Cgil per trent’anni, fatto nella mia carriera 16 giorni di malattia e fatto tante assenze in dieci anni da sindaco di Bastia quante ne ha fatte qualcuno in un anno mezzo qui alla Fcu…». Veleno puro insomma. E un monito finale: «Ci sono grandi prospettive per chi gestirà l’azienda, mi auguro che la Fcu non cada di nuovo nella gestione ordinaria e auspico davvero che la Ferrovia centrale umbra non finisca nell’oblio in cui l’ho trovata. Non lo permetterò», ha concluso. Al posto di Brozzi dovrebbe essere nominato Ettore Lamincia, dirigente della Regione. �
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di MICHELE NUCCI