Azienda bastiola, formalmente nel settore edile, costituita soltanto per emettere pezze d’appoggio di comodo a società venete
Indagine Molto complessa, ha impegnato i finanzieri per due anni
Imposte Accertata un’evasione di 900 mila euro
di Flavia Pagliochini
BASTIA UMBRA Una semplice verifica fiscale ha portato i finanzieri del comando provinciale di Perugia, e nello specifico quelli della tenenza di Assisi agli ordini del luogotenente Stefano Ricci, a scoprire una frode milionaria che, partendo da Bastia Umbra, si era ramificata in diverse aree del Paese. Un’indagine durata due anni, partita nel 2018, e che ha portato alla denuncia di 12 persone per i reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, tra cui anche il titolare “di fatto” dell’azienda umbra, che aveva tentato di eludere i controlli intestando l’attività al proprio figlio. Secondo la ricostruzione delle fiamme gialle, l’impresa oggetto dell’accertamento, formalmente operante nel settore edile, era stata costituita con l’unico obiettivo di fungere da “cartiera”, ossia per emettere fatture false. L’impresa, sita nel Comune di Bastia Umbra, era solo il primo anello di una catena di attività che ha portato all’evasione di ben 900 mila euro di imposte, attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti del “valore” di due milioni di euro. Lo sviluppo delle indagini dei finanzieri di Assisi ha infatti consentito di scoprire altre imprese, questa volta aventi sede nelle province di Padova e Venezia (una delle quali facente capo a un noto deejay, che i finanzieri ritengono “ideatore e artefice della truffa”), che fungevano da “schermo”, annotando le fatture false per poi riemetterne a loro volta altre di importo lievemente maggiorato in favore ulteriori imprese venete, ostacolando la diretta connessione di queste ultime con l’originaria società “cartiera” umbra, strutturalmente priva di uomini e mezzi. Come detto, la complessa attività di indagine, iniziata nel 2018 dai finanzieri assisani, ha permesso di denunciare 12 persone, tra di loro anche il titolare “di fatto” dell’azienda umbra, per emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. L’operazione, denominata “Paper-Gratis”, s’inquadra nell’ambito delle attività programmate dal Comando Provinciale di Perugia e dirette al contra sto di articolati e complessi sistemi di frode fiscale, che sottraggono risorse fondamentali per lo sviluppo e la crescita del Paese. L’operazione s’inquadra nelle linee strategiche dell’azione del Corpo, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni illeciti più gravi e insidiosi, integrando le funzioni di polizia economico-finanziaria con le indagini di polizia giudiziaria e garantendo il perseguimento degli obiettivi di aggressione dei patrimoni dei soggetti dediti ad attività criminose, al fine di assicurare l’effettivo recupero delle somme frutto, oggetto o provento delle condotte illecite.
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