Il presidente del Bastia, Gori: ‘Non parteciperemo più ai tornei’
 
 
 di MASSIMO STANGONI
— BASTIA —
E’ UNA VICENDA tutt’altro che archiviata quella di domenica scorsa a Città di Castello che ha visto infuriare adulti e ragazzini per l’epilogo del torneo di calcio segnato, a loro avviso, da manifestazioni razzistiche e comportamenti antisportivi. Due giorni dopo, sfumata la rabbia del momento, nella società Bastia Calcio Giovanile l’indignazione si è trasformata in determinazione a non lasciar correre. Non sono affatto dimenticate le parole ‘fermate il negraccio’ indirizzate al ragazzino undicenne di colore, originario del Congo, residente a Bastia da tre anni, che avrebbe l’unica colpa di essere un talento di oltre 20 centimetri d’altezza sopra la media. L’allenatore della squadra bastiola, Emanuele Ercolani non si rassegna.


«SIAMO STATI sanzionati ingiustamente — ha detto — perché i quattordici ragazzi presenti, hanno tutti ruotato dalla panchina al campo, con la sola eccezione di uno che era infortunato. Il ricorso formale contro di noi ha evidenziato un atteggiamento antisportivo e non educativo nei confronti di questi ragazzini — ha proseguito —, che vengono a scuola di calcio ricevendo lezioni tutt’altro che esemplari. Da rimarcare il comportamento negativo degli organizzatori di Calcio Giovane ’90 di Città di Castello, che ci hanno eliminato a tavolino senza ascoltare le nostre ragioni, oltre a quello dei responsabili del Cannara, squadra avversaria. L’esclusione dalla finale non ci ha turbato affatto, se non il modo che nulla ha di sportivo e di etico». E sugli insulti razzisti? «I miei ragazzi mi hanno riferito che i loro avversari più volte hanno dato del ‘negro’ al nostro giocatore di colore». Sarebbe stato il tecnico del Cannara ad aizzare i suoi giocatori contro il ‘negro’. Lo ribadisce l’accompagnatore del Bastia Graziano Lazzari: «Pensiamo di presentare un ricorso alla Federazione perché siano riconosciuti i nostri diritti, nel rispetto della verità». Da questa vicenda sta nascendo un caso che coinvolge ragazzini di 11 anni, poco più che bambini. Un settore che viene curato in modo particolare dalla società Bastia Calcio Giovanile, oggi operante con oltre 200 ragazzi di varie fasce d’età all’interno dell’Ac Bastia. Importante anche la testimonianza del suo presidente, Claudio Gori: «Ero a Castello domenica mattina fino a pochi minuti prima della fine della partita con il Cannara. Poi sono rientrato a Bastia ed ho saputo dell’incredibile decisione a nostro svantaggio solo nel pomeriggio, quando col telefonino ho chiamato il nostro allenatore per sapere l’esito della finale. Nelle ultime ore — riferisce Gori — mi sono sentito con gli altri dirigenti, i tecnici e i genitori, tutti determinati a fare chiarezza sull’accaduto».


NEGLI ULTIMI ANNI e in vari tornei di esordienti i bastioli hanno sempre vinto sui cannaresi, ma ciò non può giustificare l’accanimento ‘cavilloso’ fino alla formalità e al clima rovente, con sfoghi razzistici che non possono trovare alcuna giustificazione nello spirito di sana competizione.
«A questo proposito — tiene a spiegare il tecnico Ercolani — noi teniamo i corsi di calcio per alimentare una scuola che sia una palestra di vita per i ragazzi. Quest’ultima amara vicenda viene ad incoraggiare la decisione, da tempo meditata, di non partecipare più ai tornei in cui troppo spesso pur di vincere ed affermarsi si dimenticano i comportamenti corretti che sono, invece, il primo obiettivo del nostro lavoro nel calcio».  
 

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