Bastia

Fallimento Hemmond,battaglia in aula

Udienza rinviata ad aprile con la decisione del gip suI rito abbreviato chiesto da alcuni degli indagati

Le difese: “Una perizia sui conti”, ma il giudice dice “no”


UMBERTO MAIORCA
BASTIA – La battaglia legale sul fallimento della Hemmond si infiamma nell’aula gip del Tribunale di Perugia. Il punto centrale sta tutto nel ricostruire il giro che hanno fatto quasi 24 milioni di euro dalle casse della Hemmond al nulla. Già sulla cifra è scontro aperto: i conti sarebbero stati fatti male, non si tratta di 17 milioni di euro, ma solo di 5. Per questo i legali dei cinque imputati per il fallimento “pilotato” (secondo l’accusa sostenuta dal pm Manuela Comodi) della ditta tessile di Bastia Umbra, hanno chiesto una perizia sui libri contabili. Ma il giudice ha rigettato tale richiesta.
Dall’andamento di queste prime udienze sembra che la necessità di ricostruire come e perché una ditta con un fatturato da capogiro, con filati di gran pregio, richiesti dai più affermati stilisti, si sia ritrovata con debiti enormi e 24 milioni in meno nei conti, sarà demandato ad altra sede.
Il pubblico ministero Manuela Comodi ribatte duro sulle accuse: i due amministratori Mario Colonnesi e Arnaldo Incontri sono indagati per bancarotta per essersi appropriati di beni della Hemmond facendola fallire, il commercialista Marco Versiglioni accusato di avere simulato dei crediti che invece erano stati già pagati, l’ex dipendente Mario Momi indagato per avere fatto sparire del materiale dopo il fallimento e l’imprenditore Roberto Ferrante che aveva preso in affitto (mai pagato) l’azienda dopo la dichiarazione di crac, accusato di truffa e appropriazione indebita. I cinque sono difesi dagli avvocati David Brunelli, Donatella Tesei, Fernando Mucci, Augusto La Morgia, Marco Angelini, Delfo Berretti e Gianluca Gaudenzi.
L’avvocato Berretti, in particolare, ha chiesto per il suo assistito, un dipendente che aveva svolto funzioni di venditore di merce di magazzino nell’ambito del fallimento, il giudizio abbreviato condizionato alla deposizione di un’altra persona che ebbe a che fare con la Hemmond nella crisi. Chiamato a testimoniare il curatore fallimentare ha affermato che tutte le operazioniposte in essere dall’indagato erano eseguite su ordine diretto e al fallimento non è venuto a mancare nulla.
L’udienza è stata aggiornata ad aprile con le decisioni sulle ri chieste di abbreviato e sull’en tuale rinvio a giudizio o pro scioglimento.

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