La manifestazione del Mezzo Miglio si svolger nei primi giorni di settembre


MASSIMILIANO CAMILLETTI


BASTIA UMBRA – Comitati e forze di opposizione non mollano la presa contro il progetto di iniziativa mista che ridisegna (attraverso la variante di recente adottata) l’area dove si trova l’ex tabacchificio Giontella.
Il comitato Mezzo Miglio annuncia per settembre una marcia che partirà dal quartiere e raggiungerà piazza Mazzini per dire no al piano e, più in generale, no “al processo di cementificazione della città”. A fine mese dalle finestre del quartiere spunteranno bandiere con impressi gli stessi concetti: stop al progetto, stop al cemento selvaggio. Intanto Luigino Ciotti, membro del comitato e consigliere comunale del Prc, denuncia il fatto che l’amministrazione comunale non sia in grado di fornire gli elaborati relativi al progetto prima della scadenza dei termini utili per presentare le osservazioni. “Il dischetto contenente gli elaborati è nelle mani del privato costruttore e non sarà disponibile per la consultazione prima del 20 agosto, ovvero quando già saranno scaduti i termini per la presentazione delle osservazioni.
E’ gravissimo che il Comune non sia in possesso degli elaborati relativi ad un piano di cui è parte: ciò dimostra la subordinazione degli interessi pubblici a quelli privati”. All’attacco anche Forza Italia che con il consigliere Massimo Mantovani denuncia l’illegittimità della variante che ridisegna l’area ex Giontella: “l’esame approfondito della pratica evidenzia, tra l’altro, la palese violazione delle norme regionali in materia urbanistica. Sarà questa la prima osservazione che presenteremo per evitare lo scempio urbanistico ai danni della città che la maggioranza sta portando avanti a tutela del conflitto di interessi del sindaco Francesco Lombardi. Comunque – prosegue Mantovani – qualora l’amministrazione comunale volesse proseguire su questa strada non esiteremo a ricorrere al Tar e, se necessario, al Consiglio di stato. L’illegittimità di questo piano di recupero unitamente alle violazioni perpetrate nell’area dell’ex conservificio, nella zona industriale dove è coinvolto direttamente il presidente della commissione urbanistica Antonini, nella zona industriale di Ospedalicchio e agli abusi diffusi su tutto il territorio, testimoniano come l’edilizia allegra sia il principale freno allo sviluppo di questa città”.

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